Radovan Karadzic condannato a 40 anni di carcere per crimini di guerra e genocidio

La sentenza del tribunale penale internazionale dell'Aja

Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia, è stato condannato a 40 anni dopo essere stato riconosciuto colpevole di 10 capi d'accusa per crimini contro l'umanità, crimini di guerra e il genocidio di Srebrenica. È il verdetto del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi). Il tribunale lo ha assolto da uno dei due capi d'accusa per genocidio.

Il Tribunale, in primo grado, ha riconosciuto l'ex leader politico dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, colpevole per il genocidio di Srebrenica, e di altri crimini di guerra e contro l'umanità compiuti durante la guerra di Bosnia (1992-1995), e lo ha condannato a 40 anni di reclusione. Karadzic, oltre al genocidio di Srebrenica, è stato riconosciuto personalmente colpevole, assieme a Momcilo Krajisnik, Biljana Plavsic, Nikola Koljevic e Ratko Mladic, della "impresa criminale congiunta" dell'assedio di Sarajevo, e inoltre di persecuzioni, stermini, deportazioni, uccisioni, trasferimenti forzati, attacchi contro civili, come crimini contro l'umanità e violazione delle leggi e costumi di guerra, ed è responsabile per la presa dei caschi blu come ostaggi.

È caduto solo il primo capo d'accusa per genocidio a Bratunac, Prijedor, Foca, Kljuc, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik, poiché il collegio dei giudici non si è convinto che, nonostante i crimini commessi, ci fosse l'intenzione di sterminare parzialmente o del tutto le comunità non serbe, e quindi di commettere genocidio.

Karadzic (70 anni), che era presente oggi all'enunciazione della sentenza nell'aula del Tpi, ha diritto a presentare appello contro la condanna, al pari della procura. La sentenza di appello è quella definitiva.

 

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