La rabbia della famiglia Failla «Salvatore non tutelato dall'Italia»

A una settimana dalla morte le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano arrivano in Italia, al termine di lunghe trattative con i libici e attraverso modalità definite «penose» dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Ma l'autopsia sui corpi è stata fatta a Tripoli e scatta l'ira dei familiari di Failla, che convocano una conferenza stampa per accusare lo Stato «che non ha tutelato Salvo. Lo hanno ucciso due volte». La moglie Rosalba ha anche fatto ascoltare la voce del marito contenuta in una registrazione fatta sentire dai rapitori lo scorso 13 ottobre. «Ho bisogno di aiuto. Parla con giornali e tv», le parole dell'uomo. «Ma ci hanno detto di stare zitti e non rispondere più alle telefonate e io ora mi sento in colpa», dice Rosalba.

«Non ci interessano i funerali di Stato, dove è lo Stato? Non lo ha tutelato da vivo e nemmeno da morto», è il suo grido di rabbia.

«Mio padre era una persona buona. Non ci hanno aiutato a riportarlo a casa», ha detto Erica, 23 anni, la figlia di Salvatore. «Ci hanno detto di stare zitti, di non fare scalpore. Ci hanno detto di non rispondere alle domande dei rapitori. Dov'è lo Stato?. Abbiamo fatto quello che ci hanno detto, ma non è servito a nulla».


Ancora una giornata all'insegna del braccio di ferro, dunque, sull'asse Roma-Tripoli. Le richieste italiane erano quelle di avere i corpi integri, in modo da poter fare l'autopsia in Patria, come disposto dalla Procura romana. L'analisi delle ferite e dei proiettili è infatti fondamentale per far luce sulla dinamica di quanto accaduto e sulle relative responsabilità.

Ma le autorità libiche hanno fatto muro, con l'obiettivo di alzare la posta e ottenere un adeguato riconoscimento politico da un Paese che, come il resto della comunità occidentale, finora ha privilegiato il Parlamento di Tobruk come interlocutore. Dalla procura di Tripoli, in mattinata, hanno così fatto sapere che l'autopsia era in corso, alla presenza di un medico legale italiano inviato dalla Farnesina.

Ma le trattative sono state particolarmente dure tra la delegazione giunta da Roma e i libici. Lo rivela la stessa Rosalba Failla, raccontando che i rappresentanti italiani «sono stati costretti a dargli i corpi per l'autopsia perché gli hanno puntato un'arma alla testa».
A Roma ad attendere l'arrivo delle salme ci sono le famiglie dei due italiani.

E Rosalba Failla, insieme alle figlie Erica ed Eva, incontra i giornalisti nello studio del legale Francesco Caroleo Grimaldi per esprimere tutta la sua rabbia. «È da lunedì - dice la donna - che siamo qui, ci siamo portati solo un cambio, perché dovevano arrivare quel giorno. Le ultime notizie che ci hanno dato è che gli avevano fatto l'autopsia e io li ho mandati a quel paese e ho staccato il telefono».

È Caroleo a spiegare che l'autopsia svolta a Tripoli, anche se alla presenza di un medico italiano, «non ci dà alcuna garanzia».

La versione che arriva dalla Libia è quella di un'esecuzione con colpo alla nuca da parte di un gruppo legato all'Isis. Per gli inquirenti italiani, invece, le vittime potrebbero essere cadute sotto i colpi delle milizie di Sabrata impegnate in un'operazione contro il gruppo dei sequestratori.

Gentiloni intanto ha ribadito che «nessun riscatto è stato pagato».

Il C-130 dell'Aeronautica militare con a bordo le salme di Failla e Piano è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino a mezzanotte e 40 minuti.

Ad accoglierle, i familiari dei due tecnici della Bonatti, accompagnati in aeroporto dopo la lunga attesa da lunedì in un albergo della capitale.

È durato quasi mezz'ora il rito religioso che si è svolto sulla pista di Ciampino in un silenzio assoluto. È la prima volta che sulla pista dell'aeroporto si e' svolto un rito di così lunga durata. Nessuna voce, nessun grido ma un dolore contenuto da parte dei congiunti di Failla e Piano. Alla fine il sacerdote ha di nuovo benedetto i feretri e subito dopo i parenti dei due tecnici hanno deposto per l'ultima volta le mani sul legno delle due bare.

All'1,35, mentre i carri funebri si muovevano diretti a Roma, un addetto alle pompe funebri ha avuto un malore, è stato subito soccorso e si e' prontamente ripreso. Oggi, al policlinico Gemelli di Roma, i medici dell'Istituto di Medicina legale eseguiranno a loro volta gli accertamenti autoptici sul corpo di Failla e Piano dopo l'autopsia eseguita a Tripoli.

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