Pedofilia e Chiesa del Belgio «Siamo pronti a curare le ferite»

Le indennità pagate dalla Chiesa belga alle vittime superano i quattro milioni di euro. «Ora aiutiamo chi ha sofferto» dicono i vertici ecclesiali

«Il nostro obiettivo ora è aiutare le persone che hanno sofferto e sono state ferite». È quanto ha assicurato monsignor Guy Harpigny, vescovo di Tournai, che insieme a monsignor Johan Jozef Bonny, vescovo di Anversa, ha presentato a Bruxelles il Rapporto della commissione interdiocesana per la protezione dei bambini e dei giovani: un gruppo di lavoro che ha preso in esame gli abusi sessuali compiuti su minori da parte del clero o del personale ecclesiastico in Belgio.

Negli ultimi due anni - secondo il rapporto di cui dà conto anche l’Osservatore Romano - sono stati aperti 95 nuovi dossier, relativi a segnalazioni di abusi. Complessivamente, dal 2012 al 2015 sono 418 le vittime che hanno sporto denuncia, alle quali se ne aggiungono 628 che hanno agito con arbitrato perché, a causa della prescrizione, l’accordo è avvenuto al di fuori di un tribunale, per un totale di 1046 casi. Le indennità pagate dalla Chiesa belga alle vittime superano i quattro milioni di euro.

Le statistiche mostrano comunque che l’80 per cento degli abusi non sono recenti (sono avvenuti più di trent’anni fa. Da sottolineare inoltre che per far fronte alle denunce delle vittime, la stessa Chiesa cattolica ha istituito undici centri di accoglienza, divisi tra le diocesi e le congregazioni religiose, intesi come punti informativi, dove le persone che desiderano presentare le denunce ricevono l’assistenza adeguata.

«Siamo perfettamente consapevoli - ha affermato Manu Keirse, presidente della commissione interdiocesana - che non possiamo cambiare il passato. Possiamo però almeno cercare di offrire oggi ciò che è mancato ieri: umanità e solidarietà. Si tratta di un tentativo sincero di trasformare l’ingiustizia vissuta in passato in un diritto per il futuro».

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