Ilva, la poliziotta si toglie il casco e stringe la mano ai lavoratori

I poliziotti e gli operai sono faccia a faccia, a Genova la tensione sale: quei blindati che bloccano il corteo sono un pugno allo stomaco dei lavoratori Ilva. Qualcuno grida: "Vergogna". Sono minuti lunghi quelli che trascorrono in lungomare Canepa dove la strada è sbarrata e la rabbia della Fiom che ha portato in piazza i suoi per difendere il posto di lavoro e il salario di chi "mangia" con lo stabilimento Ilva di Cornigliano, non trova sbocco per raggiungere il centro città e la prefettura. I sindacalisti stanno trattando per arrivare in centro e parte l'ordine di fare un passo indietro. Gli operai obbediscono. È in quel momento che arriva un gesto che segna tutta la protesta, arrivata al terzo giorno.

La vice questore aggiunto Maria Teresa Canessa, unica donna, tra tanti poliziotti in assetto antisommossa, si toglie il casco. È un segno di distensione. Un operaio le si avvicina e le tende la mano, lei, senza pensarci, la stringe. Il blocco dei blindati poco dopo è tolto, gli operai arrivano in prefettura dove trovano ciò che vogliono: all'incontro al Mise del 4 febbraio, dove si discuterà dell'Accordo di programma per Cornigliano (chiusura della lavorazione a caldo a fronte di occupazione e salario garantiti) ci sarà un rappresentante del Governo, il sottosegretario Simona Vicari.

L'immagine di quella stretta di mano invade la rete e quella poliziotta si trova protagonista suo malgrado. "Togliermi il casco è stato un gesto istintivo. Dopo lunghe ore di tensione con i manifestanti, disagio, fatica, c'è stata una pausa, un momento di distensione, è stato a quel punto che mi è venuto spontaneo sfilarmi il casco e avvicinarmi per parlare a quattrocchi con questi lavoratori messi a dura prova", racconta Canessa, vice dirigente della Divisione anticrimine della questura di Genova.

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