Eutanasia, a marzo parte l'iter per la legalizzazione

Se ne discuterà in Parlamento dopo 10 anni di tentativi falliti

Partirà a marzo, per la prima volta nella storia italiana, l’esame di una proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo che ha stabilito anche un orientamento di massima per la calendarizzazione dei provvedimenti da discutere nei prossimi due mesi. Fino ad ora le Camere hanno affrontato il tema del «fine vita» e del biotestamento, sull’onda di quanto accaduto a Eluana Englaro. Una legge che però non ha mai visto la luce.
 
«Con la calendarizzazione del tema dell’eutanasia alla Camera per marzo abbiamo compiuto un altro importante passo verso la legalizzazione e il governo di un fenomeno sociale sempre più importante nella società italiana», hanno spiegato Marco Cappato, Filomena Gallo e Mina Welby, a nome dell’Associazione Luca Coscioni, di Radicali italiani e della campagna «Eutanasia legale» che ha sostenuto l’iniziativa. 
 
A favore della proposta di legge si erano schierati anche alcuni malati che si erano fatti, con le loro storie, bandiera della battaglia. «Un ringraziamento speciale va a tutti i malati che si sono mobilitati per l’obiettivo della calendarizzazione, a partire da Luigi Brunori, che proprio nei giorni scorsi è morto, a Max Fanelli, Walter Piludu e Ida Rescenzo, che si sono rivolti a più riprese ai presidenti dei Gruppi parlamentari. Non saremmo arrivati a questo risultato senza la forza e la generosità della militante radicale Dominique Velati, che ha restituito alla conoscenza degli italiani un tema altrimenti tabù per il potere italiano» concludono i radicali.
 
La proposta, composta da 4 articoli, prevede che ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di  trattamento di sostegno vitale così come della terapia nutrizionale. Il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente se arriva da un maggiorenne capace di intendere e di volere, salvo in casi particolari. Ogni persona, stabilisce l’ultimo articolo, «può stilare un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del Comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia per il caso in cui egli successivamente venga a trovarsi» nelle condizioni previste dalla legge.

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