Leopolda renziana con polemica sul ministro Boschi e le banche

Perchè Maria Elena Boschi non si dimette? La domanda di Roberto Saviano è piombata sulla Leopolda poche ore prima dell’apertura dei cancelli della kermesse renziana in corso fino a domani, domenica, a Firenze.

Una domanda che un po’ guasta l’atmosfera dell’inaugurazione della kermesse renziana, di cui il ministro delle riforme è da sempre protagonista.

Su facebook, lo scrittore scrive che Boschi «dissimula il conflitto di interessi, legato al decreto salva banche, con la sua formale assenza al consiglio dei ministri che ha varato il provvedimento. E se non ci fosse stata la tragedia del pensionato suicida, tutto sarebbe rimasto legato alla sfera economica e non si sarebbe mai parlato di opportunità politica».

Il conflitto di interessi sarebbe legato al ruolo del papà del ministro, Pier Luigi Boschi, che per otto mesi è stato vicepresidente della Banca Etruria.

«Viviamo - sottolinea l'autore di "Gomorra" - uno strano momento. Siamo come anestetizzati. Solo pochi anni fa se una cosa del genere fosse accaduta a un esponente del sottobosco berlusconiano, si sarebbero chieste a gran voce le sue dimissioni, dopo una vibrante crociata mediatica. Non auspico gli eccessi di giustizialismo che ci hanno reso per certi versi un Paese ingiusto, in cui i processi li fanno i media prima dei tribunali.

Ma è lecito chiedere di più a un governo che si professa nuovo. Ancor meno tempo fa, la campionessa Josefa Idem, per una vicenda nemmeno lontanamente paragonabile a questa, si è dimessa, per non creare danno al governo di cui faceva parte.
Cosa è cambiato? Come siamo cambiati? Perché questo colpevole silenzio su vicende fondamentali?».

Tuttavia, ancora giovedì il ministro Boschi aveva difeso la correttezza dell’operato del governo e l’onestà del padre. Anche per questo fonti parlamentari descrivono un Matteo Renzi irritato per le parole di Saviano.
In un primo momento il premier avrebbe dato l’indicazione di non replicare, anche per non alimentare la polemica.

Poi, in serata, la scelta di far rispondere a tono il partito. «Il governo ha fatto un provvedimento tempestivo che ha tutelato correntisti e posti di lavoro», dice il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, entrando alla Leopolda.

Poi, riferendosi alle parole di Saviano: «Introdurre elementi di questo tipo non serve ad affrontare la questione come va affrontata, con equilibrio».
Ancora più esplicito il ministro Graziano Delrio che parla di «strumentalizzazione inaccettabile». Il caso, afferma, «non riguarda un parente, ma il sistema bancario. Qui non c’è conflitto di interessi».

Il ministro Boschi, che sceglie di non replicare allo scrittore, salta la serata di apertura a Firenze. Ma per bloccare sul nascere possibili letture maligne sul ritardo scrive su twitter: «Finiamo la Stabilità e vi raggiungiamo subito».

Insomma, non è un modo per defilarsi, spiegano dal suo staff ricordando che dalle 11 del mattino è impegnata alla Camera in alcune riunioni sulla legge di stabilità.

Ad attaccarla c’è anche il deputato trentino del movimento Cinque stelle Riccardo Fraccaro: «Il conflitto di interessi del ministro Boschi e di questo governo è semplicemente immorale, osceno, intollerabile. Dobbiamo liberarcene al più presto per riprenderci la nostra sovranità. La vicenda del decreto-salva banche e ammazza-risparmiatori è emblematica del sistema di potere che occupa palazzo Chigi: una cricca di interessi economico-finanziari che si serve di prestanome politici come Renzi e Boschi per dettare legge».

Intanto, soprattutto dal fronte renziano arrivano le prese di posizione: «Stimo ed apprezzo Saviano ma questa volta è davvero fuori tema», dice il senatore Pd Andrea Marcucci. «Non capisco il senso della richiesta di Roberto Saviano. Il governo ha fatto quel che era necessario fare per salvare quelle banche, Boschi o non Boschi», aggiunge il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto.

Parla addirittura di «sciacallaggio» da parte di Saviano l'esponente milanese del Pd Emanuele Fiano.

Nei tre giorni di Leopolda, c’è da scommetterci, la questione salva banche si ripresenterà. Per domani a Firenze è in programma una protesta dei piccoli risparmiatori.

Loro avevano chiesto di manifestare davanti ai cancelli della Leopolda, ma la questura ha concesso loro uno spazio a qualche centinaio di metri di distanza. «Ci aspettiamo che il premier riceva almeno una delegazione - dice la portavoce del gruppo ‘vittime del salva-banchè Letizia Giorgianni - e possa ascoltare il disagio di molti di noi».

Oggi, intato, alla Leopolda è tutto un viavai di ministri: Graziano Delrio, Dario Franceschini, Giuliano Poletti, Roberta Pinotti, Marianna Madia.

Nel corso della giornata i membri del governo faranno staffetta sul palco per rispondere alle domande dei partecipanti in un inedito «question time». Ma intanto si muovono perciò tra platea e retropalco, dove è presente il premier Matteo Renzi.

Alla Leopolda si notava stamattina ancora l’assenza del ministro Boschi.

Nel pomeriggio dovrebbe giungere il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, mentre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è atteso nella mattinata di domani, quando Renzi terrà il suo discorso di chiusura. Per domani gli obbligazionisti delle quattro banche salvate dal governo hanno indetto una manifestazione di protesta.

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