Spending review, via anche Perotti «Per il governo non è una priorità»

Roberto Perotti si è dimesso dall'incarico di commissario alla spending review. Lo ha annunciato al programma «L'erba dei vicini». «Non mi sentivo molto utile in questo momento», ha spiegato il professore, che ha rassegnato le dimissioni sabato scorso spiegando che per il governo la riqualificazioen della spesa «non è una priorità».

Roberto Perotti, professore di economia politica all'università Bocconi, era nella squadra dei consulenti economici di Palazzo Chigi. In tandem con il deputato Pd Yoram Gutgeld aveva ricevuto da Matteo Renzi l'incarico di seguire il tema dei tagli alla spesa pubblica, dopo l'addio di Carlo Cottarelli.

La notizia del suo passo indietro non giunge del tutto inaspettata. Nei giorni precedenti la presentazione della legge di stabilità per il 2016, erano circolate voci di possibili dimissioni del professore, in dissenso con alcune scelte in materia di spending review. Poi il 14 ottobre, alla vigilia della manovra, la smentita: "Sono ancora operativo". Renzi, però, il 15 ottobre, nella conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, confermava qualche divergenza, "una discussione aperta".

A segnare le distanze, soprattutto la decisione del premier di non intervenire sulle tax expeditures, le agevolazioni fiscali, sulle quali aveva lavorato il commissario.

"Perotti ha svolto un lavoro molto utile, soprattutto sui dirigenti della P.a. Spero continui a lavorare con noi perché il suo lavoro è decisamente prezioso", auspicava Renzi quel giorno.    A meno un mese di distanza, il professore ha deciso di lasciare.     Sabato scorso, ha rivelato questa sera in tv, ha rassegnato le sue dimissioni da palazzo Chigi.

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