Expo, l'Albero della vita resterà al suo posto

L’Albero della vita rimarrà a Expo. Ad annunciarlo è stato il commissario unico dell’esposizione, Giuseppe Sala, nella giornata in cui a Expo si è celebrato la sua icona. Per lui, per quell’Albero un tempo tanto contestato e ora invece diventato simbolo indiscusso, una serie di eventi specifici, e addirittura un concerto serale dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, diretta dal maestro Pietro Mianiti. Dopo mesi di ipotesi sulla sua collocazione, Sala a 10 giorni dalla chiusura ha annunciato in una conferenza stampa che «l’Albero della vita rimarrà qui perchè è molto più complesso smontarlo e rimontarlo da un’altra parte. Parliamo di una tecnologia molto delicata e l’idea di spostarlo è molto ardita».
Il 31 ottobre cala il sipario su Expo. A partire dal 2 novembre cominciano i lavori per smantellare i padiglioni, che dovrebbero concludersi entro maggio 2016 («ma penso che finiremo prima»). Dalla prossima primavera, però, l’icona di Expo tornerà a rivivere insieme agli altri due simboli dell’esposizione, Palazzo Italia e Padiglione Zero. Nei mesi di cantiere le opere verranno messe in sicurezza e protette, «li congeleremo e faremo manutenzione, per poi fargli riprendere vita in primavera», ha detto Sala, precisando che a Palazzo Italia rimarrà anche la mostra dell’Identità italiana curata da Marco Balich.

Il simbolo di Expo che ha decretato anche il successo serale continuerà a vivere e ad essere ammirato. In sei mesi 14 milioni di persone hanno assistito ai suoi spettacoli, i due terzi dei visitatori. E l’hashtag #alberodellavita ha superato per numero di citazioni quello dell’albero di Natale. Un successo che è diventato planetario, tanto che in diversi Paesi hanno richiesto dei modelli simili, che richiamino nella tecnologia e nella parte artistica il «fratello italiano». «Ce lo chiedono dalla Cina e dai Paesi del Golfo - ha spiegato l’ideatore, Marco Balich - e noi esporteremo nel mondo il saper fare italiano e la creatività». Il saper fare è quello lombardo del consorzio Orgoglio Brescia, che raduna 19 aziende bresciane e che ha costruito e realizzato l’opera. «Questo simbolo ci sta rappresentando nel mondo - ha detto il presidente Paolo Franceschetti - La sua tecnologia, fatta con tornio e innovazione, la possiamo esportare ovunque».

L’Albero è stata l’opera più travagliata di Expo, si è anche temuto di non realizzarla. Coldiretti, che ne è sponsor insieme a Pirelli «ci ha creduto fin dall’inizio - ha detto il presidente, Roberto Moncalvo - per noi l’Albero è simbolo delle nostre tradizioni agricole e della biodiversità». Il successo di Expo e dell’Albero della Vita «è quello dell’Italia e di Milano - ha commentato l’ad del gruppo Pirelli, Marco Tronchetti Provera - Questa città è sempre stata simbolo del Paese. Dopo anni di decadenza c’è un recupero di energie e Milano sta rinascendo, ci sono positività ed una energia diversa». Ad apprezzare la scelta di mantenere a Expo il suo simbolo è soprattutto la presidente, Diana Bracco: «A Palazzo Italia inizia quella narrazione del Paese che ha il suo gran finale nella simbologia dell’Albero della vita. Non possono vivere separate, si completano a vicenda».

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