Trento Rise e appalti pubblici aperti altri filoni d'inchiesta

Il caso Trento Rise non si chiude con l'invio a sei indagati dell'avviso di conclusione delle indagini. L'atto, che rappresenta una sorta di anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, non esaurisce l'inchiesta condotta dal procuratore capo Giuseppe Amato e dai sostituti Pasquale Profiti e Alessia Silvi. Gli investigatori del Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di finanza continuano infatti gli accertamenti su altri episodi specifici di possibile rilievo penale.

Non si sa di cosa si tratti, ma è evidente che sono contestazioni non legate alla presunta turbativa d'asta per l'assegnazione di un Pcp, un contratto pre commerciale, alla Deloitte Consulting contestata a quattro dei sei indagati.

Ci sono dunque più fronti aperti, ma il primo ad arrivare a conclusione è stato quello sull'incarico triennale da 7,4 milioni di euro assegnato a Deloitte nel 2012 e oggetto - non stupisce visto l'entità degli importi - di una ridda di polemiche e interrogazioni in consiglio provinciale.

A far decollare una prima inchiesta - inizialmente partita a «modello 45», ossia fatti non costituenti reato - era stata la dura lettera di critiche inviata anche alla stampa da Fernando Guarino che non aveva esitato a lasciare l'incarico di segretario del consorzio. L'intervento non era sfuggito ai pm che poco dopo - siamo ai primi di ottobre del 2014 - hanno chiamato Guarino come testimone per precisare meglio le sue accuse.

Dopo questa prima fase "esplorativa", le indagini evidentemente hanno trovato degli appigli concreti e il fascicolo è passato a «modello 21», cioè con i primi indagati. Gli investigatori sono usciti allo scoperto nella primavera scorsa con l'iscrizione di Fausto Giunchiglia (ex presidente del consorzio, ora in liquidazione, Trento Rise), Michele Debiasi (ex responsabile dell'ufficio legale di Trento Rise) e Massimo Bonacci (legale rappresentante in Trentino di Deloitte Consulting).

Le perquisizioni portarono al sequestro di documenti, materiale informatico e telefoni. In seguito sotto inchiesta è finito anche l'ex dirigente generale della Provincia Silvano Dalmonego che è stato sentito nei mesi scorsi dai pm in fase di indagini preliminari. Tutti sono finiti nei guai per aver "pilotato" - questo naturalmente nella prospettazione dell'accusa - la gara per favorire Deloitte. A margine c'è anche un'ipotesi di falso ideologico contestata a Damiano Florenzano e Antonio Pernice per un verbale della commissione di prevalutazione.

Nelle centinaia di pagine di atti processuali depositate in questi giorni ci sono le fonti di prova a sostegno dell'accusa. In attesa di conoscerne il contenuto e la solidità, possiamo dire che certo il lavoro svolto dagli investigatori della Finanza è stato certosino: nei faldoni messi a disposizione dei difensori ci sono intercettazioni telefoniche, mail recuperate dai sistemi informatici di Trento Rise e persino foto che dimostrano come alcuni degli indagati siano stati pedinati (anche durante un incontro in un bar a Villazzano).

Gli indagati, coloro almeno che si sono fatti trovare dalla stampa, sin d'ora rispediscono al mittente le contestazioni.

Ora per le difese si apre una fase delicata di confronto con la procura: gli indagati hanno 20 giorni per chiedere di essere sentiti e per depositare memorie nel tentativo di schivare la richiesta di rinvio a giudizio. Tutto ciò in attesa che maturino gli altri filoni dell'inchiesta.

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