Dellai: «Sull'Italicum nessuna sindrome da cespuglio»

«Il popolarismo è prima di tutto una idea di società e solo dopo diventa progetto politico. E l'idea guida del popolarismo è il principio della comunità quale ambito di promozione della persona contro ogni deriva individualista e mercificante. Per questo i popolari non sono i moderati. Oggi più che mai devono piuttosto essere testimoni inquieti e radicali di valori importanti e tradurre laicamente il monito di Papa Francesco: ripartire dalle periferie, da ogni periferia, per servire un bene comune che non può consistere solo nella difesa degli egoismi singoli o collettivi».

Lo ha affermato Lorenzo Dellai, Presidente di Democrazia Solidale e del Gruppo "Per l'Italia-Centro Democratico" alla Camera, nel corso di un dibattito ad Ischia con Gaetano Quagliarello e Ciriaco De Mita in occasione della festa dell'UDC campano. «Per testimoniare questa cultura - ha sottolineato Dellai - serve anche chiarezza di collocazione politica: dove se non in un centro sinistra nuovo, unito e plurale possiamo pensare di collocare oggi questa cultura in modo coerente? Quanto alla legge elettorale, lascerei da parte la sindrome da cespuglio: con l'Italicum la nostra scommessa è concorrere - con la nostra identità e la nostra autonomia - a costruire una lista che non sia solo di un partito, ma rappresenti una infrastruttura politica plurale capace di ambiziosi progetti di governo. Se l'Italicum deve cambiare, speriamo non sia per fare posto ad una gamba finalizzata a portare nel campo democratico pezzi di nomenclatura berlusconiana desiderosa di riposizionarsi nel nuovo assetto del potere. Quando la sinistra disconosce il suo centro, pensando di poterlo interpretare da sola - conclude - si espone sempre al rischio di dover acquistare pezzi della destra. E la cosa non porta bene perchè, tra l'altro, accredita una idea cinica e mercantile della politica».

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