Mons. Galantino oggi in Tesino per parlare di De Gasperi

La politica come «ordine supremo della carità», come fattore indispensabile, perché altrimenti «si muore». E dall'altra parte invece la politica che si fa «sulla pelle degli altri», quella dei «populismi» dettata da «capi spregiudicati». Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, che oggi era atteso in Tesino ma ha preferito rinunciare per placare le polemiche, fa un nuovo richiamo alla politica, partendo dalla spinosa questione dell'immigrazione ma allargando l'orizzonte all'essenza stessa di questo servizio ai cittadini, così importante, come sottolineava Paolo VI.

E se il leader della Lega, Matteo Salvini, torna ad attaccare il segretario dei vescovi, ma anche Maurizio Gasparri di Forza Italia che lo definisce «inadeguato», c'è anche chi scende in campo a sua difesa, come la presidente della Camera Laura Boldrini.

Monsignor Galantino era atteso a Pieve Tesino per una lectio magistralis su invito della Fondazione trentina Alcide De Gasperi, per parlare della ricostruzione italiana, del modello e dell'esempio del politico trentino.

Il testo propone una rilettura del modello e dell'esempio di De Gasperi  che è stato l'artefice della ricostruzione italiana alla fine della Seconda guerra mondiale. Anche se la storia non si ripete mai, è evidente che oggi per il nostro Paese è necessario parlare dell'urgenza di una ricostruzione del tessuto civile, morale, sociale. Nella perdita di valori e di spirito comunitario, si è andati forse oltre il limite entro il quale basterebbero le ordinarie riforme amministrative, economiche o fiscali.

«Nessun politico dovrebbe mai cercare voti sula pelle degli altri - dice Galantino nell'intervento che è stato  in parte anticipato alla stampa - e nessun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venire meno la pietà, la carità e la pazienza».

Il vescovo evoca un altro modo di fare politica rispetto a quello di oggi, quello proprio di De Gasperi, nel quale le scelte fondamentali erano «elaborate dai partiti dentro le Camere, dove si riconosceva il ruolo delle opposizioni».

Una politica parlamentare dunque e meno strillata rispetto a quella di oggi. Non cita direttamente la Lega, che pure nei giorni scorsi è stata criticata dal quotidiano Avvenire, ma il vescovo chiamato a Roma da Papa Francesco fa sue le parole di Romano Prodi: «I populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati davanti a un popolo che chiede di capire i passaggi complessi della storia».

Salvini, dopo aver detto che «i vescovi hanno rotto le palle», usa nuovamente parole pesanti: «Non ce l'ho con la Chiesa, ce l'ho con tre-quattro compagni che usano la tonaca per fare politica», Galantino «è l'uomo sbagliato nel posto sbagliato che dice cose sbagliate. Le guance da porgere sono finite».

Boldrini prende invece le difese del segretario Cei sottolineando che lui «esprime i principi del Vangelo, ed esprime, peraltro, anche i temi a cui ogni giorno dà voce lo stesso Papa Francesco. Per cui mi sembra normale che mons. Galantino possa essere libero di esprimere le proprie posizioni. E chi lo attacca lo fa, a mio avviso, in modo strumentale».

Per la presidente della Camera «ci sono professionisti delle polemiche nel nostro Paese, che peraltro sono quasi sempre privi di argomenti propri. Quindi si esercitano attaccando gli altri e a volte facendolo anche in modo pesante e volgare».

Nel suo sito, la fondazione De Gasperi pubblica il seguente profilo del religioso. Mons. Nunzio Galantino, pugliese, è nato a Cerignola (FG) il 16 agosto 1948. Dopo aver frequentato il Seminario diocesano di Ascoli Satriano, ha studiato al Seminario Regionale di Benevento, conseguendovi il Baccalaureato in Teologia nel 1972. Nel 1974 si è laureato in Filosofia presso l’università di Bari. Nel 1981 ha ottenuto il Dottorato in Teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Napoli dove dal 1977 è stato docente e dal 2001 professore di antropologia. È stato ordinato sacerdote il 23 dicembre 1972 per la diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano. Vice-rettore del Seminario di Foggia, docente al Pontificio Seminario Regionale di Benevento, parroco di S. Francesco d’Assisi in Cerignola, vicario episcopale per la Pastorale, la Cultura e la Formazione permanente, nel 2004 è diventato responsabile del Servizio nazionale per gli Studi Superiori di teologia e di Scienze Religiose della CEI. Fatto vescovo di Cassano Ionico Il 9 dicembre 2011 da papa Benedetto XVI, nel 2014 è stato nominato da papa Francesco Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.

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