Gli ecomostri trentini da abbattere. Il primo elenco degli edifici da demolire

di Carlo Daldoss

C'è un Trentino pieno di edifici vetusti, da risanare dal punto di vista architettonico ed energetico, di cui si parla in questi giorni a REbuild, a Riva del Garda. E c'è un Trentino semplicemente da demolire, fatto di edifici brutti, cadenti, dismessi. Immobili così degradati che sono un pugno dell'occhio, intollerabile dal punto di vista paesaggistico. «Mostri» da cancellare, da non consegnare alle generazioni che verranno.  La nuova legge urbanistica «per il governo del territorio», che andrà in approvazione in Consiglio provinciale il prossimo mese, permette un salto di qualità: prevede, per agevolarla, la «riqualificazione di edifici dismessi e degradati».
 
Un salto prima di tutto culturale, perché non è nelle corde della tradizione locale (e nazionale) quella del «buttar giù», per ricostruire lì o altrove. Nel predisporre la legge, l'assessore all'urbanistica Carlo Daldoss ha chiesto alle Comunità di valle di fornire un elenco degli edifici cosiddetti «incongrui». Una prima, parziale mappa delle brutture che non meritano di sopravvivere è indicata a fianco. Dall'enorme ex masera di Castelnuovo a Malga Laghetto a Lavarone, dagli edifici abbandonati in val di Rabbi all'emblema degli edifici in degrado, l'ex Euromix di via Brennero a Trento, l'elenco è lungo.
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La legge andrà testata sul campo. Ma alcuni orientamenti sono già chiari. Le prime due strutture ad essere sacrificate saranno il rudere dell'ex colonia di San Giovanni Bosco a Passo Cereda e il compendio immobiliare ex Anmil a Rovereto. «Per Passo Cereda siamo a buon punto» spiega l'assessore Daldoss «il progetto sarà attuato attraverso un piano attuativo tra il proprietario della ex colonia e il Comune di Transacqua: la grande costruzione sarà demolita, a spese del privato, cui sarà concesso di realizzare alcune piazzole di sosta per camper e campeggiatori, con una piccola costruzione di servizio. È un posto bellissimo, che merita l'intervento e il cambio di destinazione d'uso dell'immobile». La legge prevede, per procedere con la demolizione, che i Comuni attivino degli accordi urbanistici.

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