Conflitto di interessi, che fine ha fatto?

È da un anno che in Parlamento si parla di conflitto di interessi. Il 6 giugno del 2014, infatti, in commissione Affari Costituzionali alla Camera si avviò il dibattito su una serie di proposte di legge, la prima a firma del sottosegretario Pd, Gianclaudio Bressa, su questo argomento. Il dibattito andò avanti fino all'ottobre successivo quando fu adottato un testo base di 16 articoli che prevedeva, tra l'altro, tra i principi, la previsione che "I titolari di cariche pubbliche nell'esercizio delle loro funzioni sono tenuti ad operare esclusivamente per la cura degli interessi a loro affidati".

Tra gli articoli anche una delega al governo per disciplinare le cariche di governo locali. Nel testo veniva prevista, poi, l'incompatibilità tra gli incarichi di governo e qualsiasi altro lavoro ad esclusione del mandato parlamentare.

Il dibattito su quel testo, si è fermato in Parlamento il 7 ottobre. Ma è ripartito il 26 marzo 2015 con la formazione di un comitato ristretto della commissione per mettere a punto un nuovo testo che era previsto in Aula il 22 giugno prossimo ma, anche visto il fatto che la commissione è impegnata nell'esame della riforma della p.a., l'approdo in Aula è slittato.

Mettere mano a questa materia è tra gli obiettivi dichiarati dal governo. Dopo l'esame di Montecitorio il testo dovrà passare al vaglio del Senato.

Il Pd, che ha messo a punto un decalogo in materia, punta a modificare la legge Frattini ma senza dare vita a una "giurisprudenza creativa". Il che, tradotto, vuol dire delineare norme che definiscono i profili e le condizioni per cui un soggetto si ritrova in conflitto di interessi superando il criterio per cui il conflitto di interessi interviene solo sugli atti. Ipotesi che pero' non è particolarmente gradita a Forza Italia.

Altri temi chiave sono poi la definizione dei soggetti a cui applicare la norma: si tratta di decidere se far valere le misure solo per i componenti del governo o anche per i deputati, andando dunque a toccare il regime delle incompatibilita'; così come occorre stabilire quali debbano essere le sanzioni, in quale modo debbano essere graduate.

Necessario anche stabilire quale organismo sarà destinato a vigilare: una nuova Authority o una commissione. Dopo la presentazione del documento la parola passerà comunque ai gruppi e sulla base del dibattito poi si cercherà di mettere a punto un nuovo testo base, che questa volta possa anche superare i rilievi posti dalla commissione Bilancio che tempo fa aveva avanzato dubbi sulle coperture. Anche se, è opinione condivisa, questo sara' il problema minore da affrontare.

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