Regionali, il Pd perde in Liguria In Campania vince con De Luca

Si chiude con un 5-2 per il centosinistra il voto delle regionali di ieri, che ha portato anche risultati soprendenti e inattesi duelli sul filo di lana. Nelle due situazioni più discusse alla vigilia, quella ligure con il Pd che schierava Raffaella Paita, sostenuta anche da ambienti del centrodestra e in continuità col governo precedente, pesa la rottura della sinistra, che correva con un suo candidato (il civatiano Luca Pastorino): la vittoria va a Giovanni Toti di Forza Italia, trascinato da una performance inedita della Lega Nord: 20,2%.

Malgrado tutto, però, il Pd parla di una «vittoria netta e chiara che conferma la prospettiva del 2018», come ha detto poco fa  Debora Serracchiani, una delle fedelissime del premier Matteo Renzi.

Toti, invece, commenta il risultato, effettivamente clamoroso in Liguria, come il primo passo del commiato del governo Renzi.

Il Carroccio, che si conferma in Veneto con la rielezione di Luca Zaia, viene premiato dagli elettori anche nelle regioni del centro.

Alle comunali di Venezia lo scrutinio è cominciato lunedì pomeriggio e con lo spoglio al 20% vede in testa il candidato del centrosinistra Felice Casson, esponente della minoranza Pd, che distanzia di quasi dieci punti Luigi Brugnaro del centrodestra (senza Lega) ma non arriva alla soglia del 50% per evitare il ballottaggio: sfiora il 38%. 

Grande balzo avanti anche del movimento Cinque stelle, che riesce a invertire la tendenza che lo vedeva un po' più debole nelle amministrative rispetto al voto politico nazionale: «In Campania un terremoto politico grazie a noi», commenta Roberto Fico.

Il Pd si afferma in Toscana, Marche, Puglia e dopo un testa a testa si avvia ad avere anche la meglio anche in Umbria.

In Campania Vincenzo De Luca vince con il 41%, malgrado le polemiche sui guai giudiziari, contro il 38% di Stefano Caldoro(Fi), superando di fatto anche la black list dei candidati con problemi giudiziari stilata dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e ultimo pomo della discordia all'interno del Pd.

Per cinque regioni la vittoria è sembrata netta già dalle prime proiezioni: in Toscana, Puglia e Marche fa il pieno di voti il centrosinistra. In Veneto il leghista Luca Zaia doppia Alessandra Moretti del Pd e lascia molto più indietro il fuoriuscito Flavio Tosi.

In Umbria vittoria per Catiuscia Marini (centrosinsitra) anche se nelle prime proiezioni sembrava che potesse aprirsi una chance per il candidato di centrodestra Claudio Ricci.

In Puglia la vittoria è scontata: sarà Michele Emiliano il nuovo governatore e tra i primi a salutarlo il presidente uscente Nichi Vendola: «Complimenti sinceri affettuosi Emiliano per una vittoria così netta, forte, e auguri calorosi di buon lavoro, un lavoro che sarà durissimo, di una complessità incredibile».

Preoccupa il dato dell'affluenza alle urne: circa la metà degli aventi diritto ha deciso di non partecipare, un chiaro indicatore della scarsa fiducia di molti elettori verso il mondo della politica. Si è recato ai seggi solo il 52,2% degli italiani nella media delle sette regioni in cui si votava, quasi 12 punti in meno rispetto al 64,1% delle precedenti consultazione omologhe a quelle di ieri. 

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