Esposto del vicecoordinatore regionale Forza Italia rischia l'esclusione dalle elezioni

È ormai scontro all’arma bianca dentro Forza Italia. Ieri pomeriggio il vicecoordinatore del partito Aldo Rossi ha presentato una sorta di esposto alla segreteria del Comune di Trento per segnalare «presunte irregolarità formali nella preparazione e formalizzazione della lista».

Avete letto bene: una figura di vertice del movimento si è mossa pubblicamente per escludere la lista dalle prossime elezioni comunali di Trento.
Sostiene che non è stata rispettata la procedura per il rito di raccolta delle firme. «Non possiamo permetterci in questo momento di precisare di più, ma assicuro che ci sono gravi irregolarità» accusa Rossi, ex comandante dell’Alitalia. «Non so se il fascicolo finirà in Procura ma ci sono delle persone pronte a testimoniare che chi avrebbe dovuto convalidare le firme necessarie per il deposito della lista non fosse sempre presente al gazebo. Non solo. Ci sono altre cose anche più pesanti che diremo più avanti». Non è chiaro a chi si riferisca utilizzando il plurale, molto probabilmente ai consiglieri azzurri uscenti e non riconfermati in lista, Gabriella Maffioletti e Giorgio Manuali. «Loro - si schernisce Rossi - mi hanno accompagnato perché conoscono gli uffici del Comune». A chi gli fa osservare che la sua mossa rischia di escludere Forza Italia dalla competizione elettorale risponde: «Voglio solo che si faccia luce su come sono andate le cose. È vero che i panni sporchi si lavano in casa ma qui ci sono cose da discarica».

Il riferimento è alle trattative per entrare in coalizione, alla scelta di Claudio Cia come candidato sindaco e ai nomi della lista, che sono stati fatti «da una piccola cerchia, senza mai un incontro allargato a tutto il direttivo» accusa Rossi. Che poi motiva: «Io chiesto che mi venisse mostrato il casellario giudiziario di tutti i candidati: sono vicecoordinatore e ho diritto di sapere chi mando a candidarsi».
Nega che sia una mossa di Manuali e Maffioletti in risposta alla loro esclusione. «Nessun ricatto. Qui è stato fatto un diktat perché qualcuno voleva mettere capolista un carneade, ma io devo pensare al partito, non al singolo».

«La verità - è la replica del leader “de facto” di Forza Italia in Trentino Giacomo Bezzi - è che siamo di fronte all’atteggiamento patetico di chi è rimasto escluso, che si ripercuote su un gruppo di giovani che vogliono rinnovare il partito».
Così Bezzi ricostruisce la vicenda: «So che Manuali si è lamentato perché Cristian Zanetti (il responsabile dei giovani azzurri e capolista alle comunali, ndr) un giorno al gazebo ha raccolto qualche firma mentre io, che da pubblico ufficiale dovevo garantire l’autentica, ero al bar di fronte, invitato da qualche anziano dei nostri a bere un caffè. Per me è tutto regolare comunque, al limite si possono contestare due o tre firme, ma da qui a dire che si invalida una lista mi pare assurdo».

A prova della sua buona fede Bezzi spiega che su Facebook c’è la sua foto al gazebo nel giorno incriminato: «Non ero dall’altra parte del mondo, ero lì al gazebo e mi sono assentato solo per qualche minuto. Capisco che i due esclusi dalla lista abbiano rabbia, ma si tratta di una ripicca bella e buona. A questo punto che vadano in procura e mi facciano capire cosa abbiamo fatto di male».

Deluso anche il candidato sindaco di tutto il centrodestra Claudio Cia. «A me rattrista che ci sia chi gode nel mettere in difficoltà qualcun altro. Mi rattrista perché non è questo il modo di fare politica». Venendo al concreto Cia aggiunge: «Per quello che ho avuto modo di vedere le firme sono state raccolte in modo corretto nei gazebo. Mi fa male vedere che, di fatto, la lista raccoglie un gruppo giovani che cercano di portare in politica novità e volti freschi e c’è chi vuole mettere loro i pali tra le ruote. La sensazione è che ci sia una ricerca di ripicca da parte di chi si è escluso».

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