Boldrini all'attacco «Basta spot con donne in cucina»

«Certe pubblicità che noi consideriamo normali, con le donne che stanno ai fornelli e tutti gli altri sul divano, danno un'immagine della donna che invece non è normale e che non corrisponde alla realtà delle famiglie». Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenendo alla consegna del «Premio Immagini Amiche» che consegna un riconoscimento alle pubblicità rispettose delle donne.

«È mortificante per il paese che non ci si accorga di quanto il pregiudizio sia entrato nel nostro modo di pensare; consideriamo normali pubblicità che in altri paesi non andrebbero mai in onda sulla tv pubblica perché propongono uno schema e un assetto di famiglia non rispettoso dei ruoli all'interno delle famiglie, in cui ciascuno fa la sua parte», ha concluso.

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Il 5 marzo scorso la Boldrini ha detto di ritenere inaccettabile «ridurre la donna ad una presenza svestita per vendere qualsiasi cosa». «Non è accettabile, come non lo sono quelle pubblicità che valorizzano solo il focolare domestico: c'e' nella nostra vita ma non c'e' solo quello. Se la donna la riduci ad un oggetto ne fai quello che vuoi».

Quello della lotta agli spot sessisti, d'altra parte, è un pallino della presidente della Camera Boldrini che da quando è salita sullo scranno più alto di Montecitorio ha spesso tuonato su questi temi.

Nel maggio del 2013 parlò della necessità di nuove «norme sull'utilizzo del corpo della donna nella comunicazione e nella pubblicità» perché «se la donna viene resa oggetto nella sua immagine puoi farne quel che vuoi».

Passarono pochi mesi e nel luglio 2013, si guadagnò più di qualche critica definendo una "scelta civile" quella della Rai di non trasmettere più miss Italia. Boldrini in quell'occasione lanciò una sorta di appello alla tv: «Per aiutarci a rappresentare più fedelmente l'universo femminile puo' fare moltissimo anche la tv, in un Paese in cui la televisione costituisce ancora la prima fonte di informazione e intrattenimento per gran parte dei cittadini. In particolare, la tv di servizio pubblico, il cui pluralismo non puo' essere soltanto quello (pur essenziale) della equilibrata presenza delle forze politiche. C'e' una par condicio che viene violata assai più frequentemente, ed è quella tra i generi e la loro rappresentazione''. Per questo il presidente della Camera apprezza la scelta su Miss Italia, perche' «le ragazze italiane debbono poter andare in tv senza sfilare con un numero. Hanno altri talenti'' e rileva: «qualcuno si è lamentato di questa scelta, come se si trattasse dell'imposizione di un clima di austerità cupa e bacchettona». Da qui la sua domanda provocatoria: «è piu' grave che una donna debba togliersi i vestiti in tv o che si debba completamente coprire?».

Nel settembre successivo tornò sul punto in un convegno sulla Convenzione di Istanbul, parlano di pubblicità e stampa. «Penso a certi spot italiani in cui papà e bambini stanno seduti a tavola mentre la mamma in piedi serve tutti. Oppure al corpo femminile usato per promuovere viaggi, yogurt, computer» e che in altri Paesi «difficilmente arriverebbero sullo schermo». Ma anche l'informazione ci mette del suo, fa notare Boldrini che cita un articolo della scorsa settimana sul bilancio della Camera. «C'era una notazione , per altro - sottolinea - neppure fondata, sull'aumento della spesa per la pulizia dei locali. E l'autore dell'articolo proseguiva così: 'si vede che ora a comandare lì alla Camera c'è una donna». Insomma, dice la presidente della Camera, incerta si disinteressarsene o riderci sopra: «se una di noi arriva alla Presidenza della Camera il massimo che puo' pensare di saper fare, essendo donna, e' tenere ben pulite le aule»...

Ancora nel novembre scorso in un convegno la Boldrini ha invitato le aziende italiane ad evitare spot sessisti.

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