Quote rosa, altro nulla di fatto in consiglio regionale

Seduta chiusa con nulla di fatto in consiglio regionale sul ddl per le quote rosa alle amministrative in Trentino. Il disegno di legge numero 23, che riguarda «disposizioni per promuovere il riequilibrio della rappresentanza di genere nei consigli comunali della provincia di Trento», ha visto subito arenarsi la discussione, poi la presidente Chiara Avanzo, al termine degli interventi, ha accolto la richiesta della riunione dei capigruppo per discutere la questione e ha chiuso la seduta.

Il fatto che il ddl avrebbe avuto difficoltà in aula si era già evidenziato con i 1.550 emendamenti presentati, in ogni casso, dopo la presentazione da parte della prima firmataria, Sara Ferrari (Partito democratico) e la relazione del presidente della Commissione, Walter Kaswalder (Patt) ha preso parola Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina).

«Questo disegno di legge - ha affermato - per noi non è accettabile: prima di tutto non è ammissibile fare una battaglia di civiltà a metà e in un momento come questo, così difficile per la nostra Autonomia, in cui non sappiamo a cosa stiano mirando le forze di maggioranza, non daremo mai l’approvazione a un disegno di legge che anticipa lo smembramento della Regione».

Ha quindi chiesto che il disegno sia regionale e ha parlato del fatto che si tratta di una legge che «copia quello che accade nel resto d’Italia.
Sven Knoll (Sud-Tiroler Freiheit) ha quindi chiesto un chiarimento sull’ordine dei lavori per decidere come procedere.

La richiesta è stata avanzata anche da Andreas Poder (Team Autonomie - Burger Unione) che ha rilevato che alcune parti degli ordini del giorno non sono state tradotte in tedesco e ha detto di rifiutarsi di discuterli.

Anche Pius Leitner (Freiheitlichen) ha chiesto spiegazioni sull’accordo politico di cui si parla nella relazione e ha invitato a trattare la mozione che chiede la separazione delle competenze sulla materia elettorale, annunciando di non volersi fermare a discutere questo disegno legge.

La consigliera Brigitte Foppa (Verdi) ha manifestato preoccupazione per il numero degli emendamenti, Alessandro Urzi (Misto) ha parlato di una «situazione politicamente sensibile», con un disegno di legge che separa di fatto la competenza sulla legge elettorale.

«Si tratta di un percorso - ha detto - che non può che essere incanalato nel processo di riforma in corso a Bolzano, che porta all’esproprio delle competenze della Regione. È evidente - ha ribadito - che una proposta che interviene per legiferare solo in una Provincia escludendo l’altra, sottrae una delle competenze fondamentali».

Ha quindi chiesto di discutere di questo aspetto.
Dieter Steger (Svp) ha parlato di un accordo di coalizione e ha detto che si tratta di «politica pragmatica. Penso - ha aggiunto - che la competenza sui Comuni dovrebbe andare in capo alle due Province».

Claudio Civettini (Amministrare e Civica Trentina) ha parlato di «consiglio delle prostitute, dove si vendono le donne degli altri e si lasciano a casa le proprie. Quando la politica è seria, e non è la politica dei giochetti - ha continuato - la si affronta in maniera globale e non possiamo accettare che un altro decida cosa faccio a casa mia».

Il consigliere Walter Kaswalder (Patt) ha chiesto una riunione dei capigruppo, ricordando che i Consigli dei Comuni di Trento e Bolzano hanno espresso parere contrario al disegno di legge.

L’assessore Josef Noggler ha ricordato che per le elezioni del 10 maggio sono necessari dei passaggi tecnici e la legge dovrebbe essere approvata entro febbraio.

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