Il presidente Rossi caldeggia il matrimonio fra Pd e Upt

L'operazione in corso di avvicinamento tra l'Unione per il Trentino e il Partito democratico non preoccupa il presidente della giunta provinciale, Ugo Rossi. Che, anzi, la vede come una scelta che porta a una «semplificazione del quadro politico che può essere accolta bene dai cittadini in termini di chiarezza politica». Rossi chiede però ai partner della maggioranza di prendere atto che, al di là del dibattito sui nuovi contenitori politici, il passato non torna e che «bisogna avere innovazione in politica».

di Angelo Conte

L'operazione in corso di avvicinamento tra l'Unione per il Trentino e il Partito democratico non preoccupa il presidente della giunta provinciale, Ugo Rossi. Che, anzi, la vede come una scelta che porta a una «semplificazione del quadro politico che può essere accolta bene dai cittadini in termini di chiarezza politica». Rossi chiede però ai partner della maggioranza di prendere atto che, al di là del dibattito sui nuovi contenitori politici, il passato non torna e che «bisogna avere innovazione in politica».

Presidente Rossi, come sta seguendo il processo di avvicinamento tra l'Upt e il Pd?

Dell'operazione che stanno portando avanti parlo con grande rispetto, da presidente della Provincia, e da responsabile di questa maggioranza. Detto questo, penso che il dibattito politico sia sempre positivo e che ciò che avviene dentro la coalizione stia avvenendo in una logica positiva e che mi pare stia andando verso un tentativo di rafforzarla. Insomma, questo dialogo tra i due partiti io lo vedo con una certa positività.

Perché?

Mi pare che dentro ci sia una semplificazione del quadro politico che può essere molto utile in generale. Verso i cittadini aumenterà così il grado di chiarezza rispetto alle proposte in campo.

Non rischia di cambiare la natura della coalizione di centrosinistra autonomista?

Come è noto ho sempre pensato che ci fosse una duplicità di presenza e di matrice politica nella nostra coalizione, una a carattere nazionale e una a carattere locale che, però, attenzione, non vuol dire localistica con una capacità che è quella di essere area più che partito. Il Patt e il Pd, che sempre ci sono stati negli ultimi 20 anni di governo della Provincia pur con diverse sfumature, garantiscono la specialità amministrativa di questo territorio. E nella specialità c'è la capacità di coniugare il collegamento con un partito nazionale, che è fondamentale per il futuro del Trentino, ma non è di per sè sufficiente e la vocazione territoriale-locale. Entrambe queste aree sono necessarie per la tenuta della maggioranza.

Non crede che l'Upt possa guardare anche al Patt come sta facendo col Pd? C'erano stati segnali anche in questa direzione in passato.
Non entro in casa di partiti d'altri, nell'Upt ci sono sicuramente in ballo entrambe le soluzioni, ma spetta al dibattito interno al partito definire cosa intendono fare.

Ritiene che, come ha proposto Olivi in chiave anti-Patt, l'alleanza Pd-Upt possa mettere in difficoltà la coalizione?

Ritengo di no: non è un'operazione che smonta la coalizione. Sul resto, poi, non entro nelle dinamiche dei singoli partiti. Questa operazione, a mio parere, semplifica il quadro politico e certamente è un'operazione, però, che ancora una volta fa una proposta diversa da quella a cui eravamo stati abituati un anno e mezzo fa. Prendo atto della diversità della scelta e credo che molto abbia a che vedere anche ciò che accade a Roma.

In che senso?

La legge elettorale nazionale che sta vedendo la luce in Parlamento evidentemente pone la necessità di una riassestamento rispetto alla rappresentanza politica.

Intende dire che, ad esempio, per Dellai, alle prossime elezioni, occorre trovare un approdo diverso da Scelta Civica che sta di fatto scomparendo?

Io dico solo che è bene che il Pd si faccia carico delle nuove esigenze di rappresentanza politica.

Ma non pensa che l'avvicinamento tra Upt e Pd possa spostare l'equilibrio della coalizione su altri temi rispetto alle sue priorità?

Non penso che ci sia un asse di coalizione e nemmeno una destra o una sinistra nella nostra maggioranza. Qui c'è un Trentino che deve essere capace di saper interpretare tutte le istanze e che guarda all'Europa. Dobbiamo sapere usare l'autonomia avendo presente una necessità ineludibile: che la politica deve essere innovazione. Dobbiamo sapere che è cambiato il mondo negli ultimi tre-quattro anni e che non si può guardare ai problemi di oggi con gli occhiali di 5 anni fa. E nemmeno con le misure che, pure, ci hanno permesso di reggere alla crisi ma che ora non sono più possibili.

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