«L'Isis ha decapitato un ostaggio» Abe: atto imperdonabile

I boia dell’Isis spargono altro sangue e ricattano ancora. Haruna Yukawa, uno dei due ostaggi giapponesi in mano allo Stato islamico, sarebbe stato barbaramente ucciso, decapitato come gli altri ostaggi occidentali sequestrati dai jihadisti.
«Guardate la foto del mio compagno di prigionia Haruna massacrato nella terra dell’Isis. Eravate stati avvertiti»: l’annuncio arriva dal reporter freelance Kenji Goto Jogo, il secondo ostaggio giapponese nelle loro mani, in un video che dura due minuti e 56 secondi, nel quale il 47enne tiene in mano una foto dell’uccisione dell’amico. È un fermo immagine dell’uomo che mostra la foto dell’orrore, con la sua voce fuori campo che - in inglese - implora di salvargli vita. Il messaggio sarebbe stato recapitato per email alla sua famiglia e al governo giapponese.
«È un video realizzato in uno stile diverso rispetto a quelli delle altre decapitazioni», osserva Rita Katz, direttrice del Site, l’autorevole sito Usa di monitoraggio dei jihadisti sul web che ha ripreso e diffuso le immagini. Il video è meno accurato del solito «e manca anche la solita attribuzione di al-Furqan Media Foundation», la ‘casa di produzionè dell’Isis.
Ma il Site, spiega Katz, «può confermare che il video è assolutamente attribuibile all’Isis», perché è stato ripreso dai loro circuiti sul web.
Goto era tornato in Siria a ottobre proprio per mettersi sulle tracce di Yukawa, un passato segnato dalla morte della moglie per un tumore, un tentativo di suicidio e la nuova impresa, quella di creare una compagnia militare privata.
L’Isis avanza una nuova richiesta per la sua liberazione, questa volta non agganciata all’improbabile somma di 200 milioni di dollari, gli stessi promessi da Tokyo ai Paesi della Coalizione anti-Isis. Ora i jihadisti chiedono uno scambio di prigionieri, e la liberazione di Sajida al-Rishawi in carcere in Giordania. Rishawi è una delle vedove nere del terrorismo internazionale: è stata arrestata nel novembre 2005 ad Amman, unica superstite di un quartetto di kamikaze - tra i quali il marito - che aveva fatto saltare in aria i saloni dell’hotel Radisson Sas durante un banchetto di nozze e altri due alberghi.
Le vittime furono 61.
La morte di Yukawa è un «atto imperdonabile e oltraggioso», ha reagito a caldo un visibilmente scosso Shinzo Abe. Il premier giapponese ha chiesto il «rilascio immediato» dell’altro ostaggio. Nel corso delle ultime ore, passato il termine delle 72 fissato dall’Isis, Tokyo ha tentato in ogni modo di contattare i jihadisti, anche grazie alla mediazione della Gran Bretagna e della Giordania. L’ ‘unità di crisì giapponese è stata messa in piedi ad Amman. Sin dal primo video, martedì scorso, i commentatori giapponesi hanno evidenziato che la scelta di Tokyo era anche un messaggio al «califfo» Baghdadi: il Giappone non pagherà nessun riscatto.
Mentre fioccano le condanne internazionali, Casa Bianca in testa, gli esperti sono comunque alle prese con l’autenticazione del filmato. Un passaggio fondamentale, dopo i dubbi emersi sul primo video, che in molti hanno affermato essere stato girato probabilmente in uno studio televisivo, in una messa in scena volutamente drammatizzata, con ‘Jihadi John’ a brandire il coltello sulla testa dei due per ottenere il massimo effetto mediatico.
La voce di Goto nella nuova sequenza apre altri interrogativi: «Il suo inglese è molto buono, dovrebbe essere molto più fluente» di quanto sembrato, ha detto la mamma del giornalista, Junko Ishido, che ieri ha lanciato un drammatico appello per la liberazione del figlio.
Fioccano le smentite anche sul messaggio «l’ultimatum è scaduto, il conto alla rovescia è iniziato», rimbalzato sui media giapponesi ed erroneamente attribuito all’Isis. Sempre dalla galassia jihadista è partito ieri un altro annuncio: «I due ostaggi giapponesi sono stati uccisi, il video delle decapitazioni è in fase di lavorazione».
Il Giappone prega che non sia vero, e che la vita di Goto, appesa al filo rosso dei jihadisti, sia ancora al centro di una possibile mediazione.

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