Il Papa a Strasburgo: nella Ue ideali sbiaditi a favore di una burocrazia arida

Papa Francesco oggi è in visita all’Europarlamento, dove nel suo intervento ha richiamato vari temi, dalla crisi delle istituzioni rappresentative alla necessità di attivare politica per il diritto al lavoro e alla dignità di ogni persona, con un ac cento forte sull'esigenza di saper accogliere i migranti evitando che il Mediterraneo sia ancora un grande cimitero.
Il, pontefice porta a Strasburgo un messaggio di speranza e di incoraggiamento. «Incoraggiamento - ha detto nel suo discorso davanti ai parlamentari - di tornare alla ferma convinzione dei padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente. I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici. Si ricava un’impressione generale di stanchezza e di invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Nel corso degli ultimi anni accanto al processo di allargamento dell’Unione europea è andata crescendo la sfiducia dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose».

Il Papa ha fatto un richiamo forte all’aridità degli approcci economicistici che hanno dominato nella Ue in questi ultimi anni: «Si constata con rammarico un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico. L’essere umano rischia di essere ridotto a un semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare». Poi, rivolgendosi agli eurodeputati; ha aggiunto: «Voi siete chiamati a una missione grande benché possa sembrare inutile: prendersi cura della fragilità dei popoli e delle persone».

Sulle questioni sociali, il pontefice ha richiamato, ricevendo applausi dall’emiciclo, una serie di problematiche che offendono i diritti individuali: «Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?. Quale dignità esiste quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere?».

Il pontefice ha poi premuto ancora sul tasto del rispetto umano: «Persistono fin troppe situazioni in cui gli esseri umani sono trattati come oggetti, dei quali si può programmare la concezione, la configurazione e l’utilità, e che poi possono essere buttati via quando non servono più, perchè diventati deboli, malati o vecchi. L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che - lo notiamo purtroppo spesso - quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere».

In particolare sul lavoro, tema toccato spesso in queste settimane da Bergoglio, l’esortazione è stata chiara: «È tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro, garantendo anche adeguate condizioni per il suo svolgimento. Ciò implica, da un lato - ha spiegato -, reperire nuovi modi per coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori».
Un sentito applauso ha accolto il passaggio del discorso del Papa in cui ha condannato il «vergognoso silenzio» sulle «discriminazioni» e sulle «barbare violenze» contro le comunità cristiane nel mondo, in cui le persone vengono «uccise, decapitate, bruciate vive».

Un’Europa, ha poi aggiunto il Papa, «che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità», può essere «più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente».

Infine, un accorato appello sulla vicenda dei profughi e dei migranti che tentano di raggiiungere l’Europa, spesso partendo dall’Africa per viaggi rischiosissimi (per quanto costosi) su imbarcazioni precarie: «È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero! Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto. L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali. L’Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione, se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti. Se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro paesi d’origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni, causa principale di tale fenomeno, invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti. È necessario agire sulle cause e non solo sugli effetti».
Papa Francesco ha concluso rivolgendosi anche al cuore dei suoi interlocutori: «Vi esorto a lavorare percé l’Europa riscopra la sua anima buona».

Una standing ovation dell’Europarlamento ha salutato la conclusione del discorso e successivamente il pontefice ha incontrato i v ertici della Ue. Il presidente Martin Schulz nel ringraziamento per l’intervento ha detto che Francesco «ha toccato il cuore di tutti noi» e ha definito il discorso papale «un fruttuoso incoraggiamento» per l’Europa e «la strada strada per un buon futuro».

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