L'alluvione di 48 anni fa in una pellicola delle Poste

Oggi ricorre il 48° anniversario dell'alluvione che colpì Trento. Per l'occasione pubblichiamo questo video realizzato da Poste Italiane che riprende il lavoro di tanti dipendenti del servizio postale che lavorarono ininterrottamente per giorni e giorni per rimettere in funzione linee di comunicazione, telegrafiche  uffici del territorio

di Redazione Web

Oggi ricorre il 48° anniversario dell'alluvione che colpì Trento. Per l'occasione pubblichiamo questo video realizzato da Poste Italiane, una pellicola girata nel 1966 che riprende il lavoro di tanti dipendenti del servizio postale che lavorarono ininterrottamente per giorni e giorni per rimettere in funzione linee di comunicazione, telegrafiche  uffici del territorio.

 

 

Ecco il comunicato stampa che accompagna la diffusione del video.

 

Con questo titolo - la città di Trento circondata dall’acqua - il giornale “L’Adige” apriva l’edizione di domenica 6 novembre 1966. 

“Giornata grigia, quella del quattro novembre: il cielo plumbeo riversava ininterrottamente una pioggia fitta, insistente, che aveva disturbato anche la cerimonia all’Altare della Patria alla presenza del Presidente della Repubblica. Ma non era immaginabile il disastro apocalittico che si stava abbattendo su tante fiorenti province”.

 

Così, in un articolo della Rivista delle Telecomunicazioni di quell’anno, veniva descritta l’atmosfera di un 4 novembre che sarebbe rimasto impresso nel ricordo di molti. Tutte le principali reti infrastrutturali erano saltate: gas, acquedotti, elettricità. Scomparse nel mare di terra e detriti che l’acqua portava con sé. Si ricorda nel 1966 soprattutto lo straripamento dell’Arno e la città di Firenze travolta da onde marroni che trascinarono con sé persone e cose.

Ma l’alluvione colpì anche la Toscana, il Veneto e il Trentino. L’Adige tracimò a Roncafort e da lì invase l’agglomerato cittadino da nord. Il Brenta fece il resto in Valsugana, una delle zone più colpite. Ore e ore di pioggia e una situazione meteorologica quale non si era mai vista avevano flagellato l’intero Paese.

Nel Trentino la popolazione, le case, i negozi, gli uffici furono duramente colpiti.

Come era accaduto per l’altra tragedia nazionale di tre anni prima, nel Vajont, alle Poste venne chiesto di intervenire subito per ripristinare le linee di comunicazione, telegrafiche, telefoniche, ponti radio, interrotte dal turbinoso lavorio dell’alluvione. Gli impiegati delle Poste si misero immediatamente al lavoro per rimettere in funzione, per prima cosa, gli uffici del territorio. C’era chi voleva ritirare dei risparmi, chi doveva spedire un telegramma per rassicurare amici e parenti che vivevano altrove, chi aspettava un pacco con beni di prima necessità.

In un periodo in cui erano ancora in pochi a possedere un telefono, l’ufficio postale è stato spesso anche un posto telefonico pubblico.

I postali spalarono via il fango, recuperarono la corrispondenza, la pulirono e la misero ad asciugare; salvarono centinaia di pacchi per poterli spedire o recapitare il prima possibile; pulirono armadi, scrivanie e banconi. Le cassette di impostazione divelte vennero sostituite da semplici sacchi postali. Nelle campagne allagate arrivarono dei mezzi speciali delle Poste.

Avevano la forma oblunga di un autobus, ma erano in realtà degli uffici postali mobili. In questi uffici ambulanti si potevano spedire lettere e telegrammi, prelevare risparmi, ritirare pacchi e lettere. Su barche fornite dall’esercito, a colpi di remi, o con motoscafi, i portalettere consegnarono la posta nelle cascine, ancora semisommerse dall’acqua.

 

Con i collegamenti stradali o ferroviari interrotti si decise di ricorrere per il trasporto dei sacchi di corrispondenza ad elicotteri che potevano atterrare quasi su qualsiasi striscia di terra non allagata. Uomini e memorie. Un agente tecnico delle Poste di Bolzano prestò la sua opera ininterrottamente nelle zone alluvionate di alta montagna dal 4 al 16 novembre, quando venne colpito da un infarto e ricoverato all’ospedale in gravi condizioni. Non sappiamo se si sia salvato.

Mancava ancora l’acqua, per pulirsi, per bere. Furono impiegati, autisti e portalettere delle Poste a rifornire il Trentino allagato di acqua potabile e beni di conforto destinati anche ai colleghi postelegrafonici che si prodigavano negli uffici, nei centri di recapito, per ripristinare tutti i servizi necessari alla collettività e che nello stesso tempo dovevano anche preoccuparsi per le proprie famiglie. Il 15 novembre i servizi postali erano di nuovo efficienti nel territorio nazionale in 246 uffici postali, dei 271 colpiti dall’alluvione.

In 666 località su 700 il telefono aveva ripreso a funzionare: 161.000 utenti su 195.000 erano di nuovo collegati. Poste Italiane ha recuperato dal proprio archivio storico e digitalizzato un filmato girato nei giorni immediatamente successivi all’alluvione, nelle campagne e nelle città colpite dal nubifragio, in Trentino come in Toscana.

Una vecchia pellicola 35 millimetri, in bianco e nero, senza audio. Immagini di cronaca allo stato puro, in presa diretta, senza alcuna voce narrante: nessun montaggio, nessuna colonna sonora. Sequenze del ricordo che declinano un racconto di solidarietà concreta e grande impegno professionale.

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