Ue, la guida al voto per l'Europa di domani

Mancano meno di due settimane, ormai, all’appuntamento con le elezioni europee del 25 maggio, quando gli italiani saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento europeo. Si tratta, secondo molti osservatori, di un passaggio storico per l’Unione, per molte ragioni. Per le novità introdotte dal trattato di Lisbona, che vedremo in seguito, e, soprattutto, per il clima politico che si è venuto a creare negli ultimi anni, complice la crisi economica, e che rischia di trasformare il voto in una sorta di referendum sull’Unione e sulla moneta unica. Vediamo di saperne di più, a cominciare dal video di Bruno Bozzetto che ci sintetizza (non senza ironia...) le differenze tra Italia e resto d'Europa Il Rapporto Ipsos 2014 sull'Europa Elezioni 2009: i risultati in Trentino e in ItaliaElezioni 2009: i risultati in Europa 

IL VIDEO
Così Bruno Bozzetto ci sintetizza (non senza ironia...) le differenze tra Italia e resto d'Europa
 
 

Mancano meno di due settimane, ormai, all’appuntamento con le elezioni europee del 25 maggio, quando gli italiani saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento europeo.

Si tratta, secondo molti osservatori, di un passaggio storico per l’Unione, per molte ragioni. Per le novità introdotte dal trattato di Lisbona, che vedremo in seguito, e, soprattutto, per il clima politico che si è venuto a creare negli ultimi anni, complice la crisi economica, e che rischia di trasformare il voto in una sorta di referendum sull’Unione e sulla moneta unica. Ma come quest’anno abbiamo visto schierarsi sul campo forze antieuropeiste tanto agguerrite.

Vediamo di saperne di più, anche perché il sistema di voto e perfino la data delle elezioni, che comunque deve essere compresa tra il 22 e il 25 maggio, possono variare da paese a paese.


IL VOTO EUROPEO
Sono 28 i paesi chiamati alle urne per eleggere i 751 eurodeputati della legislatura 2014-2019.
 

COME E QUANDO SI VOTA
In Italia si vota con un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Domenica 25 maggio le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 e i 73 deputati del Parlamento europeo che spettano all’Italia saranno scelti con il principio proporzionale «tanti voti, tanti seggi». I partiti che a livello nazionale non supereranno la soglia del 4% non entreranno nell’europarlamento. 

Non sono previste coalizioni tra partiti, fatta eccezione per l’eventuale collegamento per le liste delle minoranze linguistiche con un’altra lista.
 

LE CIRCOSCRIZIONI
Il territorio italiano è diviso in 5 circoscrizioni: Nord-Est (14 seggi), Nord-Ovest (20), Centro (14), Sud (17) e Isole (8). Al voto sono chiamati tutti i cittadini che abbiano compiuto 18 anni e sono eleggibili quelli che abbiano compiuto 25 anni.
L’elettore dovrà scegliere una delle liste candidate facendo un segno sul simbolo relativo. Inoltre può esprimere fino a tre preferenze, scrivendo il nome dei candidati negli spazi accanto al simbolo.
 

QUOTE ROSA
Non abbiamo ancora le quote rosa, ma il Parlamento ha introdotto una norma per la parità di genere, che sarà a pieno regime nel 2019. Per ora, in caso in cui venissero espresse tre preferenze per candidati dello stesso sesso, la terza preferenza sarà annullata.
 

SI VOTA IL PRESIDENTE
È forse la novità più interessante del voto di quest’anno: per la prima volta, oltre agli eurodeputati, i cittadini eleggeranno anche il presidente della Commissione europea. Non a caso lo slogan scelto dal Parlamento europeo per invitare i cittadini a recarsi alle urne è: «This time is different». È stato il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, a stabilire che il presidente della Commissione europea deve essere nominato dai governi dei paesi dell’Unione «tenendo in conto i risultati delle elezioni» e «dopo aver consultato» il Parlamento europeo. In seguito il Parlamento dovrà eleggerlo. Non tutti i partiti, peraltro, appoggiano un candidato presidente e alcune forze (come il Movimento 5 Stelle in Italia) non hanno stretto alleanze a livello europeo. L’Alleanza europea per la libertà, il gruppo di estrema destra a cui hanno aderito il Fronte nazionale francese, il Partito per la libertà austriaco, la formazione belga Interesse Fiammingo, il Partito per la libertà olandese, i Democratici Svedesi e la Lega Nord, non ha candidato nessuno, per non legittimare l’Unione.
 

I SEI CANDIDATI
Ecco i nomi in corsa per succedere a Barroso.
Martin Schulz, classe 1955, è attualmente presidente del parlamento europeo. È il candidato di S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), che si è costituita nel 2009.
Jean Claude Junker, lussemburghese, classe 1954, ex presidente dell’Eurogruppo, è il candidato del Partito popolare europeo, e quindi, in Italia, è appoggiato anche da Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Udc.
Alexis Tsipras, quarantenne greco, è il leader di Syriza, il partito della sinistra alternativa greca. È il candidato alla presidenza per il Gue/Ngl, eurogruppo che riunisce i partiti della sinistra radicale e anti-austerity. In Italia è sostenuto da Sel di Nichi Vendola.
Guy Verhofstadt, belga, classe 1953, è il candidato per l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), che tiene al suo interno i partiti di centro e liberisti che non si riconoscono nel Ppe. L’Alde è la terza forza a Strasburgo.
José Bové e Ska Keller sono i due candidati dei Verdi (hanno ottenuto un sostanziale pareggio nelle primarie on line). José Bové, francese, 61 anni, allevatore di pecore e produttore di formaggio, è un nome notissimo nella battaglia anti ogm e contro le multinazionali dei prodotti agricoli; la tedesca Ska Keller, classe 1981, è il volto nuovo del mondo ambientalista europeo.

 

Il Rapporto Ipsos 2014 sull'Europa

 

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