Telefonica maggior azionista, Telecom ora parla spagnolo

Telecom parla spagnolo, con Telefonica che, entrata in punta di piedi 6 anni fa, oggi diventa l'azionista di maggior peso, salendo al 66% di Telco, la holding che controlla il 22,4% del gruppo telefonico italiano. «Telecom non diventa spagnola, è solo Telco che ha avuto un riassetto azionario», prova a dire il presidente esecutivo Franco Bernabè ma di fatto, mettendo sul piatto circa 840 milioni di euro (in denaro e in carta) Telefonica, anche se continua a definirsi solo un partner industriale, diventa l'azionista di maggior peso ed entro tre mesi potrebbe arrivare al 100% di Telco mentre Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca si avviano all'uscita

Telecom parla spagnolo, con Telefonica che, entrata in punta di piedi 6 anni fa, oggi diventa l'azionista di maggior peso, salendo al 66% di Telco, la holding che controlla il 22,4% del gruppo telefonico italiano.
«Telecom non diventa spagnola, è solo Telco che ha avuto un riassetto azionario», prova a dire il presidente esecutivo Franco Bernabè ma di fatto, mettendo sul piatto circa 840 milioni di euro (in denaro e in carta) Telefonica, anche se continua a definirsi solo un partner industriale, diventa l'azionista di maggior peso ed entro tre mesi potrebbe arrivare al 100% di Telco mentre Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca si avviano all'uscita.
Siamo ancora ben lontani dal poter vedere come conclusione una fusione tra Telecom e Telefonica, ma di certo non è il percorso di consolidamento che i manager di Telecom avevano immaginato. «Se guardiamo al mercato europeo delle tlc ci si può aspettare una aggregazione di più operatori, un consolidamento» commenta l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni, che sull'operazione Telefonica-Telecom è solo un osservatore.
«Il potenziale di questo accordo con Telefonica - spiega - è di generare economie di scala. La logica di mercato spinge verso questo - ribadisce - prima e non dopo». Gli analisti però, in particolare quelli di Equita, sono scettici: «Ad oggi l'interesse di Telefonica nei confronti delle operazioni domestiche di Telecom è stato nullo e quindi non ci pare la soluzione più ovvia su cui scommettere».
Intanto però sottoscrivendo un aumento di capitale da 441 milioni di euro Telefonica è salita al 66% (il 14,78% della controllata) e quando l'antitrust europeo darà il suo via libera all'operazione arrotonderà la quota al 70% (in trasparenza il 15,68% di Telecom). Con uno scambio «in carta» (pari a 400 milioni di euro) rileva invece il 70% del prestito soci, arrivando a farsi carico di 1,2 miliardi su complessivi 1,7 miliardi. Mediobanca e Intesa non fanno comunque mancare il sostegno rifinanziando per 700 milioni il debito di Telco. Per Piazzetta Cuccia, che ha svalutato Telco a 0,53 euro, si profila un utile di 60 milioni, mentre il Leone, che ha in carico le azioni a 1,2 euro, registra un svalutazione netta di 65 milioni. Intesa Sanpaolo non ha invece fatto sapere che impatto avrà per ora l'operazione. Un azionariato stabile e un gruppo indipendente, assicura Telefonica anticipando le accuse di «cannibalismo» e per mettersi al riparo dall'Antitrust che deve valutare l'operazione aggiunge che «continuerà ad astenersi dal partecipare o influenzare le decisioni che incidono sui mercati in cui entrambe le società sono presenti». Né l'Authority europea né il Cade, l'omologo brasiliano, hanno ad oggi ricevuto notifica dell'operazione, ma al loro via libera è legata la seconda fase dell'operazione, la call option che Telefonica ha in mano per salire al 100% di Telco. Infine l'accordo prevede che a giugno 2015 si apra la prima finestra che consente la scissione proporzionale di Telco.
Per chiudere l'operazione Telefonica dovrà superare lo scoglio brasiliano. Se Telefonica assumerà il controllo di Telecom in Europa, osservano gli analisti brasiliani, sarà indirettamente socia maggioritaria di Tim in Brasile, dove è già proprietaria della Vivo (le due aziende insieme avrebbero oltre il 55% di market share). Difficile che l'Anatel, che già in occasione dell'ingresso di Telefonica in Telco, aveva imposto severi paletti agli spagnoli nella gestione di Tim Brasil, non intervenga, magari imponendo la cessione della controllata carioca di Telecom. L'ipotesi che questo possa portare a uno spezzatino rende nervosa la Borsa. A Piazza Affari Telecom dopo una fiammata in mattinata chiude la seduta in rialzo dell'1,69% a 0,6 euro mentre prende il volo Tim Participacoes, la società che controlla Tim Brasil, il gioiello sudamericano di Telecom Italia (+6% a 10,7 reais).

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