L'appello del Papa «I giovani non vanno isolati»

Non isolare i giovani. Ridare loro dignità. Combattere il rischio. in questo tempo di crisi, di avere una generazione senza lavoro. Dire no alla cultura «dello scarto», in favore di quella «dell'inclusione», che pensi all'integrazione anche degli anziani. Sono le preoccupazioni che hanno accompagnato papa Francesco in viaggio verso il Brasile per celebrare la 28ª Giornata Mondiale della Gioventù con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo

Non isolare i giovani. Ridare loro dignità. Combattere il rischio. in questo tempo di crisi, di avere una generazione senza lavoro. Dire no alla cultura «dello scarto», in favore di quella «dell'inclusione», che pensi all'integrazione anche degli anziani. Sono le preoccupazioni che hanno accompagnato papa Francesco in viaggio verso il Brasile per celebrare la 28ª Giornata Mondiale della Gioventù con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo.
«Vado in Brasile per incontrare i giovani, non isolati, ma nel contesto sociale. Quando li isoliamo facciamo un'ingiustizia, togliendo loro l'appartenenza a una patria, una cultura, una famiglia», ha detto il Papa dopo aver salutato uno per uno tutti i circa 70 giornalisti al seguito sul volo per Rio de Janeiro. «Corriamo il rischio, per la crisi, di avere una intera generazione che non ha avuto lavoro», ha proseguito, ricordando che «dal lavoro, dalla possibilità di guadagnarsi il pane, deriva la dignità della persona».
Il Pontefice ha quindi condannato «la cultura dello scarto» e auspicato «una cultura dell'inclusione», chiedendo «integrazione» anche per gli anziani, che «fanno parte del futuro» perché «sono quelli che danno saggezza alla vita».
«Penso che facciamo un'ingiustizia agli anziani - ha aggiunto - quando li lasciamo da parte come se non avessero niente da dare: gli anziani hanno la saggezza della storia, della patria, della famiglia».
Ringraziando «questa compagnia di giornalisti volanti», il Papa ha chiesto agli operatori dell'informazione di aiutarlo.
«Vi chiedo di collaborare in questo viaggio per il bene - ha detto -, per il bene dei giovani e degli anziani».
Poi ha scherzato: «rimango un po' triste, come il profeta Daniele, perché ho visto che i leoni non erano tali. Grazie tante, grazie a tutti». Bergoglio alludeva a quanto, nel suo saluto a nome dei giornalisti, aveva detto Valentina Alazraki, della messicana Televisa, sul fatto che i giornalisti vengono spesso dipinti come leoni. «Io sono qui tra i leoni - ha detto il Papa all'inizio del suo saluto - ma non oggi, non qui».
«Davvero - ha quindi spiegato -, io non dò interviste, non so, non posso, per me è un po' faticoso farlo». A nome di tutto il gruppo, Alazraki ha donato al Pontefice un'icona della Madonna di Guadalupe.
Il desiderio dell'incontro con i giovani, la volontà di ridare loro speranza, sono stati al centro anche degli altri messaggi lanciati dal Papa in partenza per Rio. «Sto arrivando in Brasile fra qualche ora e il mio cuore è già pieno di gioia perché presto sarò con voi a celebrare la 28ª Gmg», ha scritto in un tweet. E al presidente Giorgio Napolitano, nel suo telegramma di saluto, ha fatto sapere che il suo viaggio tra «i giovani provenienti da tutto il mondo» è diretto a «incoraggiarli ad essere testimoni di speranza e artefici di pace». Significativo anche il fatto di aver rivolto al capo dello Stato e«a tutti gli italiani» i «più fervidi auspici di serenità e di fiducia nel futuro».
Napolitano ha risposto al Papa sottolineando la «grande attesa» per il suo «messaggio di coraggio e speranza». E il primo ministro Enrico Letta, che è andato a salutare Bergoglio alla partenza da Fiumicino - dove ha molto colpito la vista del Papa che saliva sull'aereo portando con sè il bagaglio a mano - ha detto su Twitter che «ascolteremo mai come questa volta il grido di speranza da Rio» e «faremo di tutto per dare risposte ai giovani».

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