Grillo: «Laura Boldrini studi la Costituzione»

«Il Movimento 5 stelle (M5s) vuole da sempre la centralità del Parlamento. Il resto sono balle». Corregge la mira, Beppe Grillo. Dopo essersi chiesto se il parlamento ha ancora un senso e averlo definito una «tomba maleodorante», assicura di non volerlo abolire. Ma insieme alza il tiro e lancia bordate contro Laura Boldrini, rea di aver criticato le sue parole. Forse «non è in grado di capirle», insinua velenoso. Poi l'attacco: «Studi la Costituzione, cara Boldrini»

«Il Movimento 5 stelle (M5s) vuole da sempre la centralità del Parlamento. Il resto sono balle». Corregge la mira, Beppe Grillo. Dopo essersi chiesto se il parlamento ha ancora un senso e averlo definito una «tomba maleodorante», assicura di non volerlo abolire. Ma insieme alza il tiro e lancia bordate contro Laura Boldrini, rea di aver criticato le sue parole. Forse «non è in grado di capirle», insinua velenoso. Poi l'attacco: «Studi la Costituzione, cara Boldrini». La presidente della Camera preferisce non replicare ma parla Sinistra ecologia e libertà (che l'aveva portata in parlamento), che insorge contro chi «sa solo insultare».
Da quarantotto ore il leader del Movimento 5 stelle è nella bufera per un suo post al vetriolo sul parlamento «scatola di tonno vuota» da «seppellire o rifondare» soprattuto perché non assolverebbe il suo compito di fare le leggi, demandato sempre più al governo. Frasi tanto dure da determinare una presa di distanza anche da parte di qualche parlamentare 5 Stelle, come il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che ha affermato: «Grillo è il nostro megafono ma non è il Movimento. Io quel linguaggio non lo uso». Nelle dichiarazioni dell'ex comico c'è «un'incoerenza», ha osservato ieri anche il presidente del Senato Pietro Grasso: «Molti parlamentari M5s hanno votato alcuni provvedimenti».
Forse anche per tranquillizzare i suoi deputati e senatori, Grillo torna dunque sul tema. Ribadisce le critiche a un parlamento «di nominati» che è stato «spogliato dei suoi poteri, senza che nessun partito abbia da ridire». Ma assicura di non aver mai inteso mettere in dubbio la «centralità» delle Camere. E se la prende con Boldrini, che venerdì aveva censurato le sue parole come «scomposte e offensive, dannose per il Paese».
In un altro lungo intervento sul suo blog Grillo elenca le diverse ragioni che possono aver spinto a votare il M5s.: «C'è chi ha votato il M5s perché il M5s aveva contro tutti, ma proprio tutti: partiti, informazione, lobby, poteri internazionali, criminalità organizzata legata alla politica e, proprio per questo, essendo l'unico seduto dalla parte sbagliata del tavolo, ce la poteva fare».  «C'è chi ha votato il M5s perché credeva nei miracoli», «perché non ce la faceva più di essere preso per il culo», «perché era esodato, precario, disoccupato, sfrattato. C'è chi ha votato il M5s perché voleva un cambiamento, non importa quale, l'importante era voltare pagina, meglio un salto nel buio di un suicidio assistito». E ancora: chi ha scelto i 5 stelle lo ha fatto «perché il M5s non rubava, si tagliava gli stipendi e non prendeva il finanziamento pubblico dei partiti e questo era un ottimo inizio».
Sul versante economico-finanziario invece Grillo scrive «Non ci sono alternative: o ristrutturiamo il nostro debito pubblico o ci aspetta il fallimento insieme alla distruzione del tessuto produttivo», sottolinea ricordando che «il nostro debito pubblico aumenta al ritmo di 120/130 miliardi di euro all'anno». Quindi «gli interessi sul debito crescono di conseguenza» e li «paghiamo con le tasse, e che sottraggono, inesorabilmente, sempre più soldi destinati alla spesa pubblica, alla Sanità, alla Scuola, alla Ricerca, allo Sviluppo...».

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