Letta e la ricetta dei «100 giorni»

Nessuno, a partire da premier e vicepremier, nega i problemi. Al punto che il conclave di governo apre una corsia preferenziale per una «messa in sicurezza» immediata della legge elettorale nel caso in cui la situazione precipiti. Ma dal ritiro nell'Abbazia di Sarteano il presidente del consiglio Enrico Letta può uscire con una road map dei primi 100 giorni che mette d'accordo l'esecutivo

Nessuno, a partire da premier e vicepremier, nega i problemi. Al punto che il conclave di governo apre una corsia preferenziale per una «messa in sicurezza» immediata della legge elettorale nel caso in cui la situazione precipiti. Ma dal ritiro nell'Abbazia di Sarteano il presidente del consiglio Enrico Letta può uscire con una road map dei primi 100 giorni che mette d'accordo l'esecutivo: misure per il lavoro dei giovani, il decreto Imu e Cassa integrazione, su cui in realtà il ministro Saccomanni sta ancora ultimando le coperture, un piano di incentivi per chi investe e un doppio binario per le riforme istituzionali, compreso un intervento sul finanziamento pubblico ai partiti.
Del duro scontro avvenuto l'altroieri nel pullman verso Sarteano, il premier, al termine della due giorni, punta a vedere il bicchiere mezzo pieno, o meglio la premessa per la durata del governo: «Vorrei che tra di noi ci fosse franchezza e lealtà, momenti in cui si discute animatamente tra noi ma poi si rispettano regole di buon senso perchè non esiste la bacchetta magica». Alfano, seduto al fianco di Letta durante la conferenza stampa finale, annuisce convenendo che «i problemi ci sono ma andiamo avanti». La prova del nove si avrà se tutti rispetteranno la moratoria decisa per comizi e dibattiti politici in tv.
Ma la vera preoccupazione è capire se, al di là delle intenzioni, il governo riuscirà a partire con le riforme urgenti per rilanciare l'economia e, spera il presidente del Consiglio, «far ripartire con fiducia il paese». Rinviati, o messi su un canale secondario, alcuni temi divisivi, come la riforma della giustizia, il conclave si è concentrato sul battesimo dei primi cento giorni.
I quattro «grandi temi», illustrati da Letta e poi, pur con accenti diversi, da Alfano, hanno al centro la ripartenza economica, sociale e anche della politica, finita ai minimi storici nella considerazione dell'opinione pubblica. Venerdì il consiglio dei ministri dovrebbe approvare i decreti per il rinvio della rata di giugno dell'Imu e per il rifinanziamento della cig in deroga ma Letta guarda già oltre, spronando il ministro del Welfare Enrico Giovannini a definire un grande piano per l'occupazione giovanile. Per rimettere in moto l'economia il governo pensa ad un pacchetto di incentivi fiscali e di snellimenti burocratici «per gli italiani che vogliono fare», spiega il premier. «Per aiutare chi vuole intraprendere ma resta impigliato in lacci e lacciuli della burocrazia», chiosa Alfano.
C'è poi il grande capitolo della riforma della politica. Sul punto il conclave di governo fa chiarezza sulla Convenzione, tema che aveva subito acceso gli animi dentro la maggioranza dopo l'autocandidatura di Silvio Berlusconi. Si farà ma sarà la somma dei membri delle due commissioni Affari Istituzionali di Camera e Senato e sarà guidata dai due presidenti Francesco Paolo Sisto e Anna Finocchiaro. La convenzione nascerà a valle di un iter costituzionale e raccoglierà il lavoro della commissione di esperti che sarà nominata nei prossimi giorni.

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