La «rivoluzione» di stile di Papa Francesco

Il Papa uomo. Un pontefice umile. L'amico dei poveri. E insofferente alla corte che il capo dello Stato vaticano necessariamente si porta dietro, tanto che ieri i responsabili del sistema di sicurezza e delle liturgie papali hanno avuto da Francesco tante sorprese, non sempre gradite. Perché Bergoglio ha detto chiaro: presenza personale quasi francescana (veste bianca e niente croce d'oro, rifiuto dei paramenti eccessivi), semplice auto di servizio in Vaticano e niente «Papamobile» (almeno per ora) e chiese aperte in sua presenza. Una rivoluzione anche in questo: novità da far tremare i polsi alla sicurezza vaticana, ma con la speranza di futuri e ripetuti bagni di folla

di Paolo Micheletto

Il Papa uomo. Un pontefice umile. L'amico dei poveri. E insofferente alla corte che il capo dello Stato vaticano necessariamente si porta dietro, tanto che ieri i responsabili del sistema di sicurezza e delle liturgie papali hanno avuto da Francesco tante sorprese, non sempre gradite. Perché Bergoglio ha detto chiaro: presenza personale quasi francescana (veste bianca e niente croce d'oro, rifiuto dei paramenti eccessivi), semplice auto di servizio in Vaticano e niente «Papamobile» (almeno per ora) e chiese aperte in sua presenza. Una rivoluzione anche in questo: novità da far tremare i polsi alla sicurezza vaticana, ma con la speranza di futuri e ripetuti bagni di folla.
Jorge Mario Bergoglio manterrà anche da pontefice alcune delle abitudini che aveva mantenuto da cardinale? Difficile. Ma intanto da Papa eletto ha usato il pullmino come tutti gli altri porporati per tornare dalla Cappella Sistina alla residenza di Santa Marta e ha pure il pagato il conto della sua permanenza alla Domus Paulus VI, dove era stato ospitato prima dell'inizio del Conclave. Dopo il Papa che si presenta con un «Buonasera», come un amico che aspetti a casa per cena, ecco l'immagine – questa volta solo immaginata, per chi lo vuole fare – del Papa con il portafoglio in mano alla reception. Con tanto di ricevuta fiscale in tasca. Fantastico.
Doveva essere il giovedì della scelta del nuovo Pietro (secondo alcune previsioni che i cardinali hanno amabilmente mandato in fumo), ieri invece è stata la prima giornata del primo Papa americano, che è pure il primo non europeo e il primo a farsi chiamare Francesco: ci sono così tante novità che servirà un po' di tempo per assimilarle tutte.
Ma restiamo alle prime ore del nuovo Papa. Francesco di buon mattino arriva nella Basilica di Santa Maria Maggiore per una preghiera rivolta alla Madonna, come aveva annunciato ai fedeli nelle sue prime parole rivolte dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro subito dopo la sua elezione. Le agenzie stampa che vengono battute in tempo reale sottolineano che il Papa non viaggia con l'automobile tradizionalmente usata dai Pontefici targata SCV 1, ma con un veicolo targato SCV 3578. Con lui, il prefetto della Casa Pontificia e principale collaboratore di Ratzinger, monsignor George Gaenswein, e il viceprefetto della Casa Pontificia, Leonardo Sapienza. È una visita molto breve, caratterizzata esclusivamente dal raccoglimento di Papa Francesco in preghiera davanti all'Altare della Vergine. Poi la preghiera nella Cappella Sistina, realizzata in ricordo di Sisto V (non è quella che ha ospitato il Conclave) e poi Francesco si ferma davanti alla tomba di San Pio V. Alla fine il Papa vuole salutare salutare uno per uno tutti i presenti e a ognuno rivolge alcune parole: «Voi siete i confessori – ricorda il Papa ai domenicani - misericordia, misericordia, misericordia. Siate misericordiosi verso le anime, ne hanno bisogno. Pregate per me».
Da annotare una dichiarazione, quella del padre domenicano Elio Monteleone: «Sembrava fosse stato sempre Papa. Non era né imbarazzato, né intimorito, ma molto sereno». Ebbene, vogliamo sottolinearla perché migliaia di fedeli hanno avuto la stessa prima impressione non appena hanno conosciuto il successore di Ratzinger.
Dopo trenta minuti a Santa Maria Maggiore, il Papa prima di entrare nella sua auto, risponde con la mano al saluto di alcuni studenti della scuola Albertelli affacciati alle finestre. C'è tempo anche per la benedizione di una giovane coppia, con la donna incinta al quinto mese: chissà se lo chiameranno Francesco.
Jorge Mario Bergoglio si muove con un seguito davvero ridotto al minimo, con un atteggiamento all'insegna della semplicità che subito ha colpito i fedeli. E a proposito del suo carattere, emergono le prime indiscrezioni che la dicono lunga sul carattere di Papa Francesco. Due tratti, su tutti, emergono con forza fin dai primissimi atti successivi all'accettazione e alla scelta del nome: la semplicità e la decisione. Non appena condotto nella stanza delle Lacrime, ad esempio, la sala dove il neo Pontefice abbandona una volta per tutte la talare rossa da cardinale per indossare la veste bianca da Pontefice, c'è stato, secondo quanto si apprende, quasi un braccio di ferro con il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, monsignoriGuido Marini. Il quale ha proposto al neo Papa di indossare, sopra la veste bianca, la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino e la croce d'oro. «Questa la mette lei», avrebbe detto Papa Francesco con piglio deciso, «io mi tengo questa, la croce di quando sono divenuto vescovo, una croce di ferro».
Una scena simile si è ripetuta ieri mattina presto, mentre Papa Bergoglio si accingeva a raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore: «Lasciate la basilica aperta - ha chiesto ai suoi collaboratori - Sono un pellegrino e voglio andare a pregare da pellegrino tra gli altri pellegrini», ha aggiunto.
Insofferente, Papa Francesco si dimostra subito anche alle rigide misure di sicurezza. «Non mi servono le guardie, non sono un indifeso», avrebbe protestato. Parole però, in questo caso, ovviamente vane. L'era di un Papa che possa andare in giro liberamente per le vie di Roma e magari essere avvicinato dalla gente non è ancora arrivata. Tuttavia, se queste sono le premesse, molto c'è da aspettarsi in quanto a sorprese dal primo Pontefice sudamericano della storia. Il quale parla cinque lingue (spagnolo, italiano, inglese, francese e tedesco) e gode di buone condizioni di salute. Confermata, quando era giovane, l'asportazione di un polmone, che però «non ha mai comportato particolari problemi».
Durante il consueto briefing delle 13 alla Sala stampa vaticana, si parla a lungo dell'atteggiamento informale del pontefice, così diverso da Ratzinger e dal suo distacco tedesco. I giornalisti chiedono a padre Lombardi, infaticabile numero uno della comunicazione vaticana, se ci sono già preoccupazioni sulla gestione delle uscite papali. Risponde Lombardi: «I responsabili della sicurezza sono al sevizio del Papa e quindi devono legare il loro servizio allo stile pastorale che il Papa usa. Del resto, tutti ricordiamo quando Giovanni Paolo II usciva dal protocollo e creava situazioni anche non previste. Certamente il modo di Francesco di spostarsi in automobile è diverso da quello che in precedenza è stato usato».
Risulta abbastanza clamoroso anche il fatto che nel pomeriggio Papa Francesco arrivi alla cappella Sistina per celebrare la messa «Pro ecclesia» senza prima aver fatto distribuire un testo scritto della sua omelia, anche se in questo caso assicurano che si tratta solo di un disguido.
La Messa nella Cappella Sistima Sistina viene celebrata in latino, anche se le letture e l'omelia sono in italiano. E qui l'effetto non è certo della semplicità tipica della vita e dell'opera del pastore argentino, quanto piuttosto di solennità. Papa Francesco ha la parlata dolce e cita i tre verbi che fanno presto il giro del mondo sui siti Internet: camminare, edificare, confessare.
Prima del ritorno nelle stanze papali di Santa Marta, assume solennità anche la rottura dei sigilli dell'appartamento papale in San Pietro, che viene completata prima dell'ora di cena. Francesco però non andrà a vivere da subito nelle stanze che furono di Ratzinger, perché c'è bisogno di qualche sistemazione prima del definitivo insediamento. Sarà un appartamento dalla sobrietà francescana, c'è da giurarci.

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