Negozi sempre aperti, sciopero di protesta

Domani pomeriggio i lavoratori del commercio di tutto il Trentino entreranno in sciopero per protestare contro la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi imposta, con il decreto «Salva Italia», dal Governo di Mario Monti. La decisione è stata presa ieri mattina, nell'ambito dell'assemblea sindacale unitaria di settore (nella foto), promossa da Filcams Cgil, Uil Tcs e Fisascat Cisl, e tenutasi presso il Palazzo della Regione - dove i lavoratori hanno avuto modo di confrontarsi e decidere la linea da adottare per protestare contro un provvedimento percepito, a grandissima maggioranza, come «iniquo e inefficace». A preoccupare i tanti delegati sindacali che hanno preso la parola ieri, sono soprattutto la tenuta sociale delle famiglie (come conseguenza immediata dell'allungamento dei turni lavorativi) e la coesione economica del territorio, con l'affermarsi di grandi catene produttive multinazionali e la chiusura dei piccoli esercenti radicati sul territorio

di Lorenzo Basso

Domani pomeriggio i lavoratori del commercio di tutto il Trentino entreranno in sciopero per protestare contro la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi imposta, con il decreto «Salva Italia», dal Governo di Mario Monti. La decisione è stata presa ieri mattina, nell'ambito dell'assemblea sindacale unitaria di settore - promossa da Filcams Cgil, Uil Tcs e Fisascat Cisl e tenutasi presso il Palazzo delassemblea lavoratori del commercio contro aperture domenicalila Regione - dove i lavoratori hanno avuto modo di confrontarsi e decidere la linea da adottare per protestare contro un provvedimento percepito, a grandissima maggioranza, come «iniquo e inefficace».
A preoccupare i tanti delegati sindacali che hanno preso la parola ieri, sono soprattutto la tenuta sociale delle famiglie (come conseguenza immediata dell'allungamento dei turni lavorativi) e la coesione economica del territorio, con l'affermarsi di grandi catene produttive multinazionali e la chiusura dei piccoli esercenti radicati sul territorio.
«Si sta affermando - ha detto il segretario della Filcams Roland Caramelle in chiusura - una vera e propria mercificazione del vivere quotidiano. Le liberalizzazioni volute da Monti hanno portato solamente ad un aumento del precariato nel lavoro, ad una forte mortalità dei piccoli negozi e ad una complessiva desertificazione commerciale. Resistono solo le catene di negozi in franchising. Al contempo, le aziende tendono a prendere le distanze dalla contrattazione contrattuale (come ha fatto Orvea lo scorso anno) risparmiano sulla sicurezza. In questa situazione, si è arrivati al punto che i dipendenti non denunciano neppure gli infortuni sul posto di lavoro».
Ad un giorno dall'incontro con l'assessore provinciale alle attività economiche Alessandro Olivi e i rappresentanti locali di Confcommercio e Confesercenti - che si terrà nella mattinata di oggi al fine di trovare un accordo quadro tra le diverse parti interessate del decreto nazionale - le richieste emerse dai sindacati di settore sono chiare e, a detta dei segretari, vincolanti. «Non accetteremo - ha specificato Caramelle - che si scarichino sui lavoratori i costi della liberalizzazione. Siamo disposti a discutere sulle aperture domenicali straordinarie, stilando un preciso calendario, ma non lasceremo spazio ad alcuna contrattazione sulle festività. Inoltre, deve essere chiaro che le maggiorazioni contrattuali per chi lavora nei giorni comunemente deputati al riposo devono essere applicate».
Lo sciopero di domani (con un presidio previsto per le 17.30 fuori da Palazzo Thun) vuole essere un ammonimento all'amministrazione comunale di Trento e di Rovereto, affinché non si prendano provvedimenti per l'applicazione della normativa nazionale fino a quando le concertazioni sono ancora in corso. Tuttavia, gli ambiti di manovra per il tavolo di lavoro convocato oggi sembrano essere ridotti. Al seguito dei ricorsi presentati da Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, il Tar del Lazio ha infatti evidenziato come, sui provvedimenti concernenti la libera concorrenza del mercato, la competenza spetti unicamente al Governo nazionale. «Punteremo - ci ha quindi spiegato, a margine dell'assemblea, il segretario generale della Cgil Paolo Burli - sulla disciplina del lavoro e degli orari per i turni settimanali, confidando in un accordo tra sindacati, amministrazione provinciale e associazioni dei commercianti per un nuovo contratto di settore».
Solidarietà ai lavoratori, intanto, è stata espressa dal senatore Giorgio Tonini (Pd), e dall'assessore Olivi, il quale ha parlato anche di una possibile prevaricazione dell'autonomia locale.

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