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Supertrento: che fare dei 16 ettari del centro città, una volta interrata la ferrovia attuale?

Presentate le «Linee guida» del percorso partecipato: area verde dallo scalo Filzi alle Albere, stazione ferroviaria sotto terra, spazio alle ciclabili. Con l’incognita: fra quanti anni?

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di Gigi Zoppello

TRENTO. SuperTrento, il Comune di Trento ha presentato ieri le «linee guida: nel cuore della città», per  una rete verde con un nuovo trasporto pubblico di qualità. Frutto delle suggestioni emerse dal percorso partecipato sul futuro dell’areale ferroviario, che ha coinvolto quasi mille persone in incontri termatici.

Dal collegamento tra i parchi e con il lungofiume ai filari alberati, dalle connessioni ciclopedonali da est a ovest alla tranvia sull’asse nord-sud. Tra le proposte, anche le nuove funzioni per i fabbricati delle stazioni Trento-Malé e delle corriere, e pevista la sperimentazione dell’uso temporaneo di alcuni edifici dismessi

SuperTrento: ecco come potrebbe diventare la città di domani

Dimenticatevi il grande boulevard urbano immaginato 25 anni fa dall’archistar Joan Busquets. Ma in un futuro non lontano l’areale oggi occupato dalla ferrovia, che taglia in due la città, potrebbe essere recuperato, proprio interrando i binari nel tratto urbano. L’idea è al centro del progetto SuperTrento: ecco di cosa si tratta.

Che fare dei 16 ettari che si libereranno dopo l’interramento dei binari della ferrovia storica? La risposta alla domanda è declinata in dettaglio nelle Linee guida che riassumono le proposte, le sollecitazioni e le idee emerse l’anno scorso durante gli incontri e i laboratori del percorso partecipato SuperTrento, promosso dall’Amministrazione comunale e realizzato insieme allo studio Campomarzio. Riassunta in breve, la raccomandazione dei cittadini, articolata in planimetrie e in indicazioni descrittive, è quella di abbandonare la visione, elaborata dall’architetto catalano Joan Busquets nella variante al piano regolatore generale del 2001, di un grande boulevard in parte dedicato alla mobilità privata. L’alternativa da percorrere è piuttosto quella della costruzione di un’infrastruttura verde e intermodale, dedicata alla mobilità dolce di tipo ciclopedonale e a un nuovo sistema di trasporto pubblico efficiente e di qualità, come il tram, capace di collegare Trento da nord a sud in maniera veloce. «In una città che è spesso congestionata dal traffico, ma che ha anche molta sete di spazi aperti a causa della “costrizione orografica” che la caratterizza, si è quindi scelto di dedicare lo spazio più prezioso che si libererà nei prossimi decenni al consolidamento della rete verde e alla mobilità urbana sostenibile, marcando in questo senso un vero e proprio cambio di paradigma condiviso verso la transizione ecologica» dice palazzo Thun.

Accanto e parallelamente a questa visione, durante il percorso partecipato guidato dallo Studio Campomarzio, sono state elaborate strategie per la rigenerazione urbana delle aree nord, centro e sud dell’areale risultante dall’interramento della ferrovia. Le descrizioni puntuali e le indicazioni sul futuro degli ambiti sono disponibili per chiunque sul sito www.supertrento.it. Sono state inoltre illustrate approfonditamente nel corso dell’incontro di questa sera (ore 18, sala di rappresentanza di palazzo Geremia) a cui tutta la popolazione era invitata.

Tra le idee forti delle Linee guida, la rete degli spazi verdi che da nord a sud metterà in relazione i parchi urbani esistenti con il lungofiume e il paesaggio circostante. E ancora i filari alberati che dovranno aver continuità all’interno di corridoi ecologici urbani, essenziali per mitigare le ondate di calore e migliorare la qualità dell’aria; le connessioni ciclopedonali dello spazio pubblico da est a ovest per ricucire porzioni di città attualmente divise; il recupero di edifici storici, come le rimesse delle ferrovie dello stato, al centro di una rete di parchi che collegherà piazza Cantore, piazza Dante, piazza Centa, proprio attraverso le snodo dei tre edifici ora dismessi; l’introduzione di una linea forte di trasporto pubblico lungo l’asse nord-sud.

Alcune aree alcuni edifici cambieranno del tutto volto e funzione. Quando la stazione dei treni diventerà ipogea, il fabbricato storico di Angiolo Mazzoni acquisirà il ruolo di nuova interfaccia pubblica con la città e di orientamento dei diversi utenti: potrà ospitare dunque funzioni per il turista oltre che per i residenti.

L’area dell’ex Scalo Filzi diventerà un grande parco pubblico, capace di creare una nuova centralità tra Solteri e Cristo Re, con strutture sportive che dovranno integrarsi con il campo di atletica Covi Postal, con servizi da strutturare sulle esigenze del quartiere e anche con nuove edificazioni. E questa è una delle critiche che sono venute già dalle minoranze in Consiglio Comunale: ma secondo Campo Marzio si tratterà cdi “residenzialità sociale”. Non solo co-living e co-housing, ma anche edilizia popolare.

Via Brennero subirà una rigenerazione complessiva grazie alla tranvia, alle alberature perimetrali, all’intensificazione dei percorsi ciclabili e al passaggio in superficie del rio Lavisotto. Nell’ottica di un processo rigenerativo flessibile e aperto, si è condivisa la necessità di promuovere la sperimentazione degli usi temporanei. Gli spazi e i “contenitori” urbani già presenti rappresentano infatti un’occasione e una risorsa importantissima per riattivare la città e i suoi spazi attraverso nuovi usi e nuovi contenuti, anteponendo la sperimentazione di attività temporanee al progetto di riassetto definitivo.

Le Linee guida partecipate costituiscono un patrimonio condiviso di idee emerso grazie all’impegno della cittadinanza nel confronto sul futuro della città e alla successiva sistematizzazione da parte del gruppo di lavoro costituito dall’Amministrazione comunale e dallo studio Campomarzio. L’obiettivo che ci si era prefissati, poco più di un anno fa, è stato raggiunto: le Linee guida partecipate costituiscono la base essenziale per poter elaborare i documenti di bando e di concorso per le future fasi progettuali dell’areale ferroviario nella prospettiva dell’interramento del tratto cittadino della ferrovia. Le linee guida sono quindi il punto di arrivo del percorso SuperTrento, ma rappresentano al contempo una base di partenza su cui impostare una nuova fase di approfondimento che avrà l’obiettivo di dare concretezza alle visioni emerse sul futuro della città.

Sì. ma quando? E’ stato chiesto al sindaco Ianeselli, più volte, quando tutto questo sarà possibile. Perché l’interramento della ferrovia attuale (per il quale al momento non ci sono risorse stanziate) avverrà solo una volta terminata completamente la circonvallazione ferroviaria di Trento. Che è già in ritardo, che ha perso il finanziamento del Pnrr, che non ha nemmeno un Commissario all’opera, visto che l’ingegner Firmi è stata trasferita al progetto di alta velocità di Firenze. E Trento?

Ianeselli si è detto ottimista: «Abbiamo il protocollo firmato lo scorso anno da Comune, Provincia e Rfi. Lì abbiamo come data il 2026 per la progettazione: vuol dire che abbiamo il 2024 e tutto il 2025 per avviare la parte ingegneristica che porterà al progetto esecutivo e all’appalto. Diciamo che con SuperTrento noi ci stiamo portando avanti».

 

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