Trento / Trasporti

No Tav di nuovo in piazza: chiedono lo stop al progetto del bypass ferroviario e nuove verifiche sui terreni inquinati

Nel pomeriggio di oggi, 8 febbraio, un presidio davanti al palazzo della Regione, in piazza Dante: si rinnova la domanda di un'analisi "precisa e imparziale" degli inquinanti presenti nelle aree ex Sloi ed ex Carbochimica

TRENTO NORD Inaugurato il presidio contro il bypass ferroviario
INQUINAMENTO Nella Fossa Armanelli limiti superati di 50 volte
ALTA TENSIONE Scontro totale tra Lega Salvini Trentino e Fratelli d'Italia
I CONTRARI "Opera devastante, cronoprogramma evanescente"

AVVISO Gli sfollati del bypass ferroviario devono andarsene a marzo

TRENTO. Il comitato No Tav di Trento organizza un presidio contro la circonvallazione ferroviaria di Trento fuori dal palazzo della Regione, in piazza Dante, a Trento, alle ore 18.

I manifestanti - si apprende - chiederanno che la Provincia blocchi immediatamente il progetto ed effettui un'analisi precisa e imparziale degli inquinanti presenti nelle aree ex Sloi ed ex Carbochimica.

Lo scorso mese di gennaio è stato avviato anche un presidio settimanale, il sabato, allo scalo Filzi, presentato come un punto di riferimento per tutti quelli che vorranno informarsi o mettere in atto azioni di protesta contro il progetto di circonvallazione ferroviaria.

Il fronte che si mobilità per fermare il progetto mette in evidenza, fra l'altro, una serie di problematiche che riguardano le aree postindustriali inquinate di Trento nord, il previsto tunnel sotto la Marzola e il relattivo impatto sul piano idrogeologico, il trasporto e il deposito della enorme massa di materiali di scavo.

Sempre il mese scorso, un gruppo di ambientalisti ha fatto sapere che nella Fossa Armanelli, vicino ai binari della ferrovia dalla parte della ex Sloi, la concentrazione di sostanze inquinanti, in particolare piombo organico e inorganico, supera in alcuni punti anche di 50 volte i limiti di legge e le concentrazioni maggiori sono presenti proprio nel tratto di roggia di proprietà di Rfi.

Il volume di materiale da asportare - spiegano - per la bonifica lungo 680 metri di tratto inquinato e di circa 3.500 metri cubi, pari a 6.500 tonnellate.

I dati contenuti in un documento dell'aprile 1998, un monitoraggio commissionato dalla proprietà, le allora Ferrovie dello Stato e l'azienda mineraria Maffei, per far fronte alle ordinanze di bonifica che erano state emesse.

Il documento è rispuntato nei giorni scorsi, consegnato in tribunale dall'Agenzia dell'ambiente su richiesta dei magistrati che hanno aperto un'inchiesta sulla base dell'esposto presentato qualche mese fa dagli avvocati Marco Cianci e Vanni Ceola per conto di un gruppo di attivisti preoccupati per le previsioni del progetto di circonvallazione ferroviaria presentato da Rfi di scavare in quella zona per fare spazio a due binari aggiuntivi in trincea.

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