Ciclismo / La polemica

Moser furioso con Saronni che lo ha accusato di essere stato il pioniere del doping: “Che pochezza”

Il ciclista lombardo in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che il rivale di sempre ha avuto una seconda giovinezza grazie alla scienza e alla tecnologia. Moser: “Non intendo rispondere. È vergognoso. E si che dovevamo anche sentirci in questi giorni”

SARONNI La polemica con Moser
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di Leonardo Pontalti

TRENTO. «Non ho nessuna intenzione di star qui a rispondere a cavolate del genere». No, Francesco Moser non ha detto "cavolate" ed è proprio incazzato. Più che altro c'è rimasto male, perché anche se la rivalità è sempre accesa, con Beppe Saronni i rapporti sono «abbastanza buoni» (parole sue, "abbastanza" compreso, soprattutto). E, forse anche per quello, a Moser l'intervista al campione lombardo uscita sul Corriere della Sera non è andata giù.

«A fine carriera - ha detto Saronni - è stato il primo e in quel momento l'unico a far ricorso a una certa scienza, di cui disponeva in modo esclusivo. La bici con cui ha battuto il Record dell'Ora era un siluro che pochi anni dopo venne vietato perché dava vantaggi enormi. Ha sfruttato certe metodologie che il famoso professor Conconi offriva solo a lui: io e gli altri i suoi vantaggi li abbiamo subiti. Ha testato innovazioni che all'epoca erano lecite ma che erano solo per lui e sulla base delle quali il ciclismo negli anni successivi ha avuto un sacco di problemi. All'epoca resta il fatto che lui era l'unico a usufruire delle trasfusioni».

Saronni non è stato tenero. Neppure lei quale giorno fa, in verità. Forse ha voluto replicare all'allungo come quando vi sfidavate in corsa?

«Cosa ho detto? Che aveva meno fisico di me e che dopo due o tre anni ad alto livello ha smesso di essere forte? La sua replica è stata molto più pesante».

La accusa di aver avuto una seconda giovinezza grazie alla scienza e alla tecnologia. Insomma le dà del dopato.

«Proprio per questo non intendo rispondere. È vergognoso. Dico solo che così dimostra la sua pochezza. E si che dovevamo anche sentirci in questi giorni».

Francesco Moser, le foto

Il rischio che possiate diventare amici ancora una volta è scongiurato.

«Amici, amici. Siamo sempre stati avversari, siamo diversi, ma ci rispettiamo. Sono così tante le occasioni in cui ogni anno ci incontriamo che non possiamo mica metterci a litigare. Andiamo abbastanza d'accordo, ecco».

Ma dopo l'intervista?

«A lui piace parlare, è bravo a parlare. Lo ha anche detto proprio nell'intervista ed è vero che è più bravo a parlare. Ma esprimersi in questi modi con cose trite e ritrite di cui tutti sanno tutto... Dai. Io ho cercato solo di poter dare il meglio, sempre e se ad un certo punto è stato possibile sperimentare nuove tecniche scientifiche io ho semplicemente provato a testarle. E la bicicletta? Abbiamo innovato e sfruttato la tecnologia. Cos'è una colpa? Quando hanno detto che non si potevano più usare certe bici, certe ruote e quando è stato deciso di dire stop alle applicazioni scientifiche, è stato fatto. Io ho solo sperimentato quando lo si poteva fare».

Saronni ha sparato anche sul record dell'ora.

«Anche lì, cose vecchie e già sentite che non gli vanno ancora giù. Forse non gli va giù che la Enervit ha proposto a me di tentare il record e mi ha messo a disposizione un team di altissimo livello e non a lui».

Vi volete sempre un gran bene come sempre, insomma.

«Stavolta l'ha fatta grossa. E poi mi dà fastidio che si sia tornato a parlare di Moser e di Saronni solo adesso, perché ho detto che ho una nuova relazione e i giornali tornano a cercarmi. Non capisco tutte queste chiacchiere su cose che sanno tutti e che non rappresentano niente di nuovo. La verità forse è quella. Quale?Che in questi giorni in cui si parla di Moser allora si parla anche di Saronni. Ma solo perché sono di colpo tornato di moda».

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