Terza età / La polemica

Il Comitato Rsa Unite all'attacco: la diminuzione degli infermieri penalizza un servizio già carente

Lettera all’assessora Segnana e all’Azienda Sanitaria: «I nostri anziani soffrono, allarmante la notevole carenza infermieristica preesistente e la carente assistenza socio-sanitaria, fisioterapica e medica nelle Rsa»

DECISIONE Riduzione di un terzo degli infermieri nelle case di riposo
INFERMIERI Pochi e anziani, non c’è ricambio e molti lasciano il pubblico
DENUNCIA Infermieri: “Molti allo stremo per colpa di turni massacranti”

TRENTO. La notizia che l’Assessorato alla Salute di Stefania Segnana e l’Azienda Sanitaria intendono aumentare il numero di pazienti per infermiere (ovvero: ridurre il numero di infermieri) nelle Rsa fa scattare l’allarme del Comitato “Rsa unite”, che rappresenta molti familiari degli ospiti delle RSA/APSP trentine.

«Il Comitato si unisce alla profonda preoccupazione espressa nei giorni scorsi dall’Ordine dei Medici, dall'Ordine degli Infermieri, dalla Consulta per la Salute e da tutte le sigle sindacali e schieramenti politici, per l’infelice decisione della Provincia Autonoma di Trento di ridurre i parametri di assistenza infermieristica nelle RSA trentine (nota prot. 0470205 dd 04 luglio 2022 con oggetto “assistenza infermieristica in RSA: requisiti minimi transitori”)».

Il Comitato spiega: «Nelle case di riposo vivono persone anziane pluripatologiche – ricordano – nonché persone anche giovani con gravi patologie invalidanti provenienti del sistema ospedaliero e sanitario provinciale, che necessitano di notevoli e frequenti cure infermieristiche giornaliere. Il Comitato ritiene, quindi, totalmente inadeguata ed oltremodo ingiusta una scelta al ribasso di questo importante e fondamentale parametro, soprattutto in una già grave situazione emergenziale di pandemia da Covid-19 ancora da concludersi e in una situazione di perenne carenza di personale infermieristico e alto turnover presente all'interno di queste strutture.

Il Comitato chiede, attraverso una nota all'Assessorato e al Dipartimento alla Salute, di rivedere urgentemente i suddetti parametri di assistenza infermieristica per garantire il livello massimo qualitativo (e quantitativo) di assistenza ai residenti delle RSA trentine, e ne esortano semmai un incremento, anziché una diminuzione. L’abbassamento del parametro standard di assistenza infermieristica ha destato forti preoccupazioni tra i familiari di tutte le strutture dislocate nel territorio provinciale, che da molto tempo lamentano (fin da prima dell’evento Covid-19) evidenti carenze di personale ed insufficienti tempi di assistenza ai residenti nelle strutture.

Tali preoccupazioni – fanno sapere – si aggiungono alla allarmante notevole carenza infermieristica preesistente e alla carente assistenza socio-sanitaria, fisioterapica e medica nelle RSA, e fanno intravvedere il malaugurato esito che le strutture tenderanno, nel tempo, a diminuire ulteriormente i già deficitari servizi. La scelta di diminuire il parametro di assistenza infermieristica – continuano nella nota – comporterà ulteriori disallineamenti rispetto a quanto previsto dalle “carte dei servizi”, nonostante le rette continuino invece ad essere molto elevate rispetto alla qualità offerta, per taluni proibitive e ritoccate sempre in aumento anziché in diminuzione. La decisione del Dipartimento Salute e Politiche Sociali – scrivono – andrà indubbiamente a gravare sul servizio assistenziale in maniera pesante ed avrà un notevole impatto sulla qualità di vita dei residenti delle RSA trentine.

Il Comitato riporta poi nella nota gli esiti di un puntiglioso monitoraggio eseguito nel contesto delle modalità di visita ai residenti delle RSA trentine, riscontrando favorevolmente la corretta applicazione delle ultime disposizioni provinciali dalla maggior parte delle RSA del territorio trentino (“Linee Guida RSA - aggiornamento” – prot. 0240799 dd 05.04.22). Tuttavia – riportano a latere – alcune strutture ancora adottano le disposizioni provinciali con punti di grave difformità. Lo scopo della nostra precisa segnalazione – precisano – è di migliorare il controllo sulle strutture residenziali trentine ed ottenere un regime di omogeneità che sia conforme tra tutte. Nella nota, infine, il Comitato offre una visione di lungimiranza in vista dell’autunno, chiedendo di permettere SEMPRE l’assistenza quotidiana dei familiari ai propri cari – anche in condizioni pandemiche decisamente meno favorevoli di quelle attuali – e che i gestori autorizzino SEMPRE l’accesso giornaliero ad almeno un familiare per ciascun residente fino ai luoghi di degenza.

La nota si conclude rinnovando la richiesta di coinvolgimento diretto e di partecipazione trasparente dei familiari – primi stakeholder di questo delicatissimo settore – ai tavoli di decisione con le altre categorie coinvolte. Costante, con l’occasione, è la gratitudine a tutto il personale delle RSA/APSP per l’impegno in prima fila, e un pensiero a tutti quei nonni e a quegli ex-residenti che non sono più tra noi» conclude il Comitato dei familiari “Rsa unite”.

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