In treno da Primolano a Feltre

Diciotto chilometri di binari per collegamenti più veloci e più facili

di Massimo Dalledonne

Una nuova ferrovia per collegare Feltre e il Bellunese alla Valsugana. In tutto 18 chilometri, partenza dalla rimessa ferroviaria di Primolano con gran parte del tracciato in galleria fino al lago di Arsiè. La proposta arriva dal Movimento 5 Stelle di Feltre, dal consigliere comunale Riccardo Sartor e dall’onorevole Federico D’Incà. La notizia è arrivata anche in Valsugana. «Parliamone», è stato il primo commento del presidente della Comunità Valsugana e Tesino Attilio Pedenzini. Con il presidente dell’Unione Montana Valbrenta e sindaco di Cismon del Grappa Luca Ferazzoli da sempre sostenitore dell’iniziativa.

L’idea non è nuova, tutt’altro. Se ne parlava già nei secoli scorsi, ancora prima che venisse realizzata, dall’impero austro-ungarico, la ferrovia della Valsugana, ed era stata rilanciata nel 1999 dalla giunta comunale di Feltre che aveva affidato uno studio di fattibilità a tre professionisti: Alberto Baccega, Ugo Cappelletti e Bruno Salvi. «Di questa ferrovia - ricorda Riccardo Sartor - se ne è parlato, la prima volta, nel 1864 e, realizzarla, oggi sarebbe una grande possibilità per rilanciare, ma soprattutto valorizzare, tutta la zona del bellunese e del feltrino. «Si potrebbero avere collegamenti più veloci e facili con il Trentino e la Valsugana e, sicuramente, anche il numero degli utenti del servizio aumenterebbe rispetto al trasporto su gomma».

Il Movimento 5 Stelle di Feltre ci crede. Certo, rispetto al tracciato originario, si dovrebbe fare qualche piccola modifica. «Ma si potrebbe realizzare una mobilità in grado di andare incontro alle esigenze dei tanti studenti e pendolari che, ogni giorno, dal feltrino scendono in Valsugana o viceversa». Per la nuova ferrovia da Primolano a Feltre, in tutto 18 chilometri di binari, nel 1999 i tre progettisti avevano previsto una spesa, allora in lire, che si aggirava sui 173 milioni. Ora si dovrebbe mettere sul piatto della bilancia un importo pari a 150 milioni di euro.

Ma da dove dovrebbero arrivare i soldi? «Dai fondi comunitari. La Regione Veneto e la Provincia autonoma di Trento - proseguono i due esponenti grillini -, che avevano siglato un protocollo d’intesa, potrebbero avanzare una richiesta all’Europa attingendo alle risorse destinate allo sviluppo dei trasporti. Secondo noi quest’opera è fondamentale per interconnettere i due territori, parliamo di un progetto di mobilità sostenibile davvero di qualità». Attilio Pedenzini è possibilista. Favorevole Luca Ferazzoli: la ferrovia, se realizzata, avrebbe  ricadute per l’intero tessuto economico, turistico e culturale della Valbrenta, del vicino Bassanese e per la Valsugana.

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