Trasporti / La scoperta

Resti romani sotto la stazione di Calliano, la riapertura slitta di un anno

Lo scalo che servirà l’Alta Valsugana e gli Altipiani Cimbri doveva riaprire il 30 giugno scorso. Durante i lavori rinvenuti antichi reperti, tanto da rendere necessario l’intervento della soprintendenza ai beni archeologici. Il sindaco Conci: «Non c’è niente là sotto, non fermiamo tutto»

OPERE Al via i lavori per la riapertura della stazione di Calliano 
PROGETTO I treni a Calliano, progetto da 2,8 milioni di euro 
TRENTO Villa Romana svela un prezioso mosaico
 

di Nicola Guarnieri

CALLIANO. Doveva essere la volta buona, 32 anni dopo, per la riapertura della stazione ferroviaria di Calliano. Queste, almeno, le intenzioni di Rfi e Provincia che hanno avviato i lavori per il ripristino dello scalo mettendo sul piatto quasi cinque milioni di euro. Gli imprevisti, però, nell'ambito dei lavori pubblici sono sempre pronti a fare capolino.

E stavolta, atti ufficiali, a dilatare i tempi ci si sono messi nientemeno che gli antichi romani. Proprio quelli che, forse primi al mondo, avevano costellato l'Europa ante Cristo di strade. Proprio loro, quelli dell'Urbe con la «U» maiuscola, avrebbero lasciato ricordini anche sotto la strada ferrata del Brennero, precisamente all'altezza di Calliano. Reperti, insomma, tali da interrompere i lavori e chiamare a raccolta gli esperti della soprintendenza archeologica di piazza Dante per stimare il valore della scoperta. «Ma non c'è niente là sotto! - sbotta il sindaco Lorenzo Conci - Però stanno valutando e intanto la riapertura della stazione slitta all'estate 2024. Poco male visto che è chiusa da tre decenni».

L'importante, infatti, è che la mobilità alternativa e sostenibile prosegua il suo percorso e un anno in più non fermerà comunque il ritorno al treno. Perché il dado è tratto e la nuova stazione a servizio dell'Alta Vallagarina sarà la prima in Trentino collegata davvero in maniera sostenibile. Perché ci saranno percorsi ciclabili - protetti o su strade a traffico motoristico assolutamente limitato - che consentiranno ai pendolari di partire da casa nei paesi della zona e arrivare allo scalo intermodale parcheggiando la bici e prendendo il treno per andare a lavorare.

Rfi e Provincia, d'altro canto, avviando il cantiere hanno snocciolato numeri incoraggianti: 12mila utenti potenziali, 2mila passeggeri al giorno, 650mila all'anno e 60 corse quotidiane. Tanta roba, soprattutto perché «blocca» le auto degli abitanti dell'Alta Vallagarina e degli Altipiani Cimbri a Calliano evitando ingorghi a Rovereto. Insomma, la viabilità pulita si arricchisce di un nuovo tassello cercando il più possibile di trasferire i viaggiatori - per dovere o per diporto - dalla gomma con tubo di scarico a veicoli «green»: bicicletta e treno. E la stazione ferroviaria di Calliano, chiusa nel 1991, fa parte di questo mosaico, riaprendo i battenti dopo 33 anni.

Il ritardo, in qualche modo, è perdonabile e anche il protocollo sottoscritto da Rfi e Provincia era chiaro sul punto: passeggeri a bordo dal 30 giugno 2023. Invece si andrà al 30 giugno 2024. Motivo? Durante la bonifica bellica per gli scavi del sottopasso che porta ai binari sarebbero stati rinvenuti un vano interrato in calcestruzzo ma, soprattutto, reperti di probabile epoca romana e perfino interferenze dei sottoservizi.

Troppo per non far slittare di un calendario la consegna delle chiavi. La stazione, al di là di tutto, verrà però riattivata. E il gioco vale la candela. Almeno stando agli studi condotti dalla Provincia (che ha messo sul piatto 2,8 milioni di euro) e da Rfi (altri 1,7 milioni). Perché il passaggio al treno conviene e in Alta Vallagarina si fermeranno 80 treni regionali.

comments powered by Disqus