Monte Bondone, tuffi vietati nel bacino artificiale

di Lorenzo Basso

Il bacino idrico sul Monte Bondone, inserito all’interno della variante del Prg da poco approvata dal Consiglio comunale di Trento per l'innevamento artificiale, non potrà essere balneabile, né diventare una sorta di lido estivo alpino per il capoluogo.

Lo ha chiarito nel pomeriggio di ieri, nell’ambito di un incontro sull’argomento organizzato dal gruppo consiliare della Lega Nord a Vason, il geologo Giovanni Galata, il quale, coadiuvato sull’argomento dalla parlamentare leghista Martina Loss, ha tracciato una lunga serie di indicazioni per l’eventuale realizzazione dell’opera.

Secondo quanto rilevato dal professionista, infatti, un invaso artificiale come quello realizzato in altre zone del Trentino per assicurare una riserva d’acqua da utilizzare per l’innevamento artificiale non può essere considerato alla stregua di lago in quota. Ciò perché, oltre ai problemi di sicurezza dell’infrastruttura, spesso non vi sono nemmeno i criteri di salubrità rintracciabili negli specchi naturali, dove la depurazione dell’acqua è assicurata dalla presenza di specie vegetali e dal ricambio continuo.

Pare tramontare, così, l’ipotesi di un bacino idrico che possa servire a rilanciare il Monte Bondone nel periodo invernale, garantendo la possibilità di aprire gli impianti nel mese di dicembre indipendentemente dal meteo, e in quello estivo, con un luogo di riposo, svago e divertimento per la cittadinanza.

«Il bacino inserito nel Prg - ha chiarito Loss - difficilmente potrà essere compatibile con la balneazione, proprio perché privo di quei requisiti necessari allo scopo. Di fatto, stiamo parlando di un’opera che si differenzia dal bio-lago, in quanto l’accumulo di acqua deve essere fatto secondo delle regole precise, con bocchettoni per lo svuotamento e zone di vortice. Insomma, si tratta di una cosa completamente differente da un lago, ma che, se ben integrato nel paesaggio, può comunque diventare una meta turistica».

L’incontro è stato organizzato per capire il parere della popolazione locale sull’opportunità o meno di realizzare il bacino di accumulo, che, prendendo ad esempio quella completata a San Martino di Castrozza, potrebbe costare intorno ai 3,5 milioni di euro. I presenti, una decina di persone all’incirca, si sono detti generalmente favorevoli, senza tuttavia nascondere la delusione in merito alle difficoltà connesse alla creazione di un vero e proprio lido estivo.

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