Alto Garda / Caro bollette

Gas alle stelle, il Comune di Riva vieta le docce in palestra dopo gli allenamenti

L’amministrazione guidata da Cristina Santi mette in pratica l’indicazione scaturita nel Consiglio delle autonomie per far fronte alla crisi energetica. E la sindaca anticipa: «All’interno del Comune stiamo valutando anche la possibilità di ricorrere allo smart-working per un certo numero di dipendenti»

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di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Niente doccia post allenamento nelle palestre comunali. Lo ha deciso l’amministrazione Santi recependo l’indicazione scaturita in consiglio delle autonomie per far fronte alla crisi energetica e al vertiginoso rincaro del prezzo del gas.

La direttiva di Palazzo Pretorio è stata recapitata proprio in questi giorni a tutte le associazioni sportive del territorio che utilizzano le palestre per l’attività infrasettimanale di allenamento dei settori giovanili e delle prime squadre e ai dirigenti degli istituti scolastici «Giacomo Floriani», «Andrea Maffei», istituto Enaip di Varone, istituto comprensivi Riva 1 e Riva2.

«Una delle modalità che impattano maggiormente e più pesantemente sul bilancio comunale - fanno notare da Palazzo Pretorio - riguarda l’uso delle palestre per le quali non è più consentito l’utilizzo delle docce in occasione degli allenamenti ma solo in occasione di partite di campionato. Pertanto - si legge nella comunicazione - dal 1° novembre e fino a nuovo avviso, è vietato utilizzare le docce come sopra descritto». Il provvedimento, che nell’ambito sportivo locale si accompagna alla chiusura di una struttura considerata particolarmente “energivora” come il Palagarda, dovrebbe consentire un risparmio che oscilla tra il 10-15%.

«Questa misura fa parte di un vademecum condiviso all’interno del consiglio delle autonomie - osserva la sindaca Cristina Santi - Una linea comune per tutto il Trentino, poi ci sarà chi la applica e chi no. Noi abbiamo deciso di adeguarci perché da qualche parte bisogna pur cominciare senza con questo eliminare servizi o chiudere strutture come la piscina comunale per la quale stiamo facendo di tutto affinché rimanga aperta. È una linea di prudenza corretta, una linea di austerity necessaria in questo momento». A questo provvedimento nei prossimi giorni ne dovrebbero seguire altri, peraltro già annunciati. Come lo spegnimento di alcuni monumenti o quello delle luci dei cimiteri nel momento della chiusura dei cancelli, alle 19.

«All’interno del Comune stiamo valutando anche la possibilità di ricorrere allo smart-working per un certo numero di dipendenti» anticipa la prima cittadina. Che aggiunge: «Se vogliamo salvare il Natale e non tagliare i servizi, da qualche parte bisogna pur cominciare per provare a ridurre le spese. Credo debba prevalere il buon senso».

Nell’ultimo consiglio comunale è stata approvata una variazione di bilancio da oltre 800 mila euro per coprire i maggiori costi energetici da qui alla fine dell’anno. Intanto però da alcuni istituti scolastici arrivano segnalazioni di condizioni non proprio ideali per studiare e lavorare. Al repentino abbassamento delle temperature di questi ultimi giorni non ha corrisposto un adeguato riscaldamento degli ambienti di strutture peraltro datate e non proprio all’avanguardia in fatto di risparmio energetico. Studenti, professori e personale in aula o in ufficio con 15 gradi e il giaccone addosso, anche nella giornata di ieri. «Io non ho avuto segnalazioni in tal senso» commenta la sindaca Santi.

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