Il grande abbraccio della Sat ad Armando Speccher

di Daniele Ferrari

Un alpinista serio e preparato, un prezioso dipendente e soprattutto un amico sincero, pronto a dare consigli ed indicazioni per affrontare in scurezza la montagna, l’ambiente alpino e le grotte più spettacolari.
Tra mille ricordi ed emozioni, ed un unico grande dolore per una morte tragica ed improvvisa, in tanti hanno voluto ricordare ieri sull’Altopiano di Piné Armando Speccher, il 52enne operario del settore porfido residente in via Regensburger a Pergine ma cresciuto nella frazione di Montagnaga, che ha perso la vita mercoledì pomeriggio cadendo da una via del Sass Pordoi.

«Armando si era iscritto sin da giovane alla sezione Sat Piné - Tre Valli - spiega il presidente dei sattini pinetani Mattia Giovannini consigliere comunale di Baselga - non sempre era presente alle nostre uscite o iniziative, ma due anni fa aveva accolto con piacere il riconoscimento del “Aquila d’oro”, attribuito per i 25 anni di fedeltà interrotta alla Sat pinetana. Un alpinista esperto, che aveva affrontato e superato tante vie ed avventure nella natura e nell’ambiente alpino, rimanendo sempre una persona semplice e disponibile, che non amava mettersi in luce. Lo avevamo più volte invitato a presentarci con video e foto le sue imprese, ma aveva sempre declinato gentilmente l’invito, preferendo vivere un rapporto solitario ed intimo con la montagna, tendendo per sé emozioni e fatiche».

Sin da giovane Armando sapeva unire il duro lavoro nelle cave di porfido prima a San Mauro e quindi di Fornace, sfruttando ogni momento libero per allenarsi e perfezionare la sua tecnica. «In cava era tra i primi ad arrivare e spesso trovava le parole giuste per aiutare ed incitare gli altri operai - ricorda Marcello Avi, uno dei suoi primi datori di lavoro - Dopo tante ore di sole, sudore e fatica sul lavoro, spesso si cimentava tra corde, chiodi e ramponi per tentare nuove vie in ogni stagione. Con lui mai uno screzio od un rimprovero: un dipendente, ma prima ancora un ragazzo d’oro».

Proprio in cava aveva conosciuto Romano Broseghini, volontario, sportivo e dipendente della coop «Punto d’Incontro», scomparso mentre arrampicava nell’autunno del 2016. «Tra Armando e Romano era nata un’amicizia sincera e profonda - spiega anche Antonio Fontana, alpinista di Miola che con Speccher ha condiviso tante uscite invernali e sulle vie di ghiaccio - Sono stati tra i primi ad allestire la prima palestra di roccia sopra la frazione di Rizzolaga, con tante vie adatte a tutti i ragazzi. Ci hanno lasciati in modo prematuro e tragico, ma resterà sempre la loro passione per la montagna ed i suoi valori, un patrimonio da difendere e trasmettere alle nuove generazioni».

comments powered by Disqus