Riaperta la chiesa di Canale

di Luigi Oss Papot

Quello che all’inizio poteva sembrare un disastro, o una tragedia sfiorata, è stato in fin dei conti solo un incidente di percorso. Si parla della chiesa parrocchiale della Natività di Maria di Canale di Pergine, che esattamente una settimana fa, sotto le violente raffiche sferzate da un vento mai visto, veniva scoperchiata: la copertura di rame di entrambe le falde del tetto, come fosse carta stagnola, si accartocciava su se stessa e finiva contro il campanile e contro la canonica. Fortunatamente non si registrava nessun ferito, ma solo ingenti danni, anche all’interno dell’edificio sacro per l’acqua che aveva la strada libera di penetrare ovunque.

Grande lavoro quindi per i volontari della parrocchia, che subito hanno cercato di salvare il salvabile; ma grande lavoro anche per una ditta specializzata, la Eurocoperture, che in pochissimi giorni è riuscita a rimuovere tutto il rame della copertura (588 metri quadrati) divelto dal vento ed a posare una guaina impermeabile sulle assi del tetto le quali, fortunatamente, sono rimaste al loro posto. Ed ecco che quindi, in un tempo record, la chiesa è stata riaperta e domenica 13 agosto, regolarmente, il collaboratore pastorale padre Marco Demattè ha potuto celebrare la messa domenicale. Nessuna ipotesi di «trasferimento» in un’altra struttura, nessuna sede alternativa, la vita parrocchiale può continuare come sempre, dove sempre si è consumata.

Padre Marco, domenica scorsa, è rimasto a Canale per tutto il pomeriggio a verificare la situazione, a cercare di fare un primo bilancio, a dare man forte ai volontari: «Ma fin da subito - confessa prima di iniziare la celebrazione - non ho lasciato spazio alla disperazione e alle preoccupazioni che tutti gli altri avevano, perché ero certo che una soluzione, anche rapida, si sarebbe trovata. E così è stato». La chiesa si è affollata, domenica mattina: ci sono ancora le tracce lasciate dal maltempo, qualche segno di umidità, gli impianti fanno un po’ le bizze, il programmatore delle campane fa gli scherzi e bisogna continuare a guardare l’orologio per azionare i pulsanti manualmente, l’organo suona ma bisogna cercare una prolunga per la corrente elettrica, in quanto quella che di solito si utilizzava è ancora zuppa d’acqua. Ma alle 10.30 si inizia, e padre Marco, davanti ai suoi fedeli, subito esprime le sue felicitazioni per poter celebrare la messa come ogni domenica: «La cosa migliore da fare - ha detto padre Marco - è quella di ringraziare il Signore, perché abbiamo fatto tanti castelli in aria per nulla.

Dobbiamo ringraziare per il pericolo scampato, non solo per la nostra chiesa ma anche per tutta la nostra zona, perché abbiamo avuto danni, sì, ma almeno nessun ferito; ma dobbiamo ringraziare anche per quanti si sono messi a disposizione per far sì che la nostra chiesa sia tornata subito funzionale, dai volontari, alla ditta al gruppo delle pulizie». Ma dalle parole di padre Marco si viene a conoscenza anche di un altro fatto che potenzialmente poteva essere grave: domenica scorsa infatti si celebrava anche la sagra di Ischia, e al pranzo era presente anche il parroco, don Antonio Brugnara, il quale mentre si stava avvicinando alla sua macchina parcheggiata, appena iniziato il violento temporale, è stato sfiorato da un grosso ramo che il vento aveva fatto cadere. Un grande spavento, ma fortunatamente senza conseguenze.

Per quanto riguarda il proseguimento dei lavori alla chiesa, non sono stati fatti ancora progetti per ripristinare la copertura: non si sa se verrà rifatta in rame o in altro materiale, né quanto tempo ci vorrà. L’assicurazione non si è ancora pronunciata, e per proseguire bisognerà innanzitutto interpellare anche la Diocesi e la Provincia. Ma certo è che la festa con gli anziani di domenica prossima così come la sagra del 3 settembre potranno essere celebrate in chiesa: il maltempo, già ora, è solo un brutto, bruttissimo ricordo.

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