Gianmoena: fusioni sì, ma no ai mega-Comuni

Sì alla riforma istituzionale che incentiva le fusioni tra i Comuni, ma no al municipio unico di valle. Lo pensa, e lo dice, Paride Gianmoena, il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, in risposta all'assessore provinciale Daldoss che sogna il dimezzamento netto degli attuali 217 Comuni. «Per quanto riguarda i costi standard l'efficienza massima si raggiunge dai 2.500 abitanti. Da quella soglia fino ai 20 mila abitanti le performance di spesa non cambiano tanto»

di Daniele Battistel

«Il modello di riforma istituzionale apre davanti ai piccoli comuni tre strade. La prima è quella delle gestioni associate di tutte le funzioni per i municipi fino a 5 mila abitanti, anche se noi abbiamo chiesto di abbassare la soglia a 3 mila. Poi c'è la possibilità, che per altro tutti dimenticano, della gestione associata con le comunità di valle. Infine c'è l'opzione delle fusioni».


Paride Gianmoena, presidente dei Comuni trentini, la sua idea di quale sia la strada maestra per razionalizzare la galassia degli enti locali ce l'ha chiara in testa. Non per questo, però, criminalizza chi la pensa diversamente.
«È evidente che le fusioni hanno vantaggi che vanno oltre le gestioni associate: perché con le seconde i comuni che le praticano mantengono bilanci separati, mentre con la fusione il bilancio è unico. Mi sembra chiaro che questo è il modello più efficiente».


Dunque avanti tutta con le fusioni?


Ma con una precisazione: personalmente non sono favorevole al comune unico di valle

Sede del consiglio delle autonomie - consorzio comuniperché non fa risparmiare di più.

 

Quindi sta con il sindaco di Vallarsa Gios che da sempre è acerrimo nemico delle fusioni?


No, attenzione. Noi abbiamo un modello di costi standard che dice che l'efficienza massima si raggiunge dai 2.500 - 3 mila abitanti. Da quella soglia fino ai 20 mila abitanti le performance di spesa non cambiano tanto. Ecco perché dico che non servono i mega comuni che abbracciano una valle intera. Dai 2.500 abitanti in su hanno dimensioni ideali. Ma, d'altro canto, ha ragione Daldoss: non mi trova d'accordo nemmeno chi sostiene che non si deve toccare nulla per preservare l'identità di ogni singolo paese. Ritengo che non ci sia questo rischio se si resta nel limite che ho detto. A proposito, credo che i comuni che hanno già iniziato il processo di fusione ma che ugualmente non raggiungono i 2 mila abitanti abbiano comunque il diritto di procedere.


Se già si arrivasse a questo sarebbe un bel risultato.


Noi abbiamo 110 comuni sotto i mille abitanti, in Alto Adige meno di 20. Ritengo che arrivare a comuni con dimensioni non troppo elevate sarebbe una buona riforma.


Gios insiste sostenendo che in Germania hanno forzato gli accorpamenti ma che in Baviera il 26% dei comuni ha meno di 500 abitanti.


Se è per quello in Canada hanno decimato i comuni, ma cosa abbiamo da spartire con loro? Nulla. Bisogna comparare situazioni simili. C'è un confronto tra Alto Adige e Cantone dei Grigioni dove non stanno spingendo verso le fusioni, ma solo perché hanno un sistema istituzionale, di imposte e di finanza locale tutto diverso. Noi dobbiamo confrontarci con il modello altoatesino. Gios ha ragione quando dice che le fusioni troppo grandi non vanno bene.


Chi deve decidere gli ambiti delle fusioni: Provincia o Comuni?


Devono essere le amministrazioni e i cittadini a mettere in evidenza gli ambiti ideali. La cosa più importante è avere un bel progetto di fusione; con chi, perché, cosa fare, come regolamentare gli usi civici.


A proposito, un po' tutti dicono che i cittadini sono più favorevoli alle fusioni che tanti amministratori?


Cos'è? Una provocazione? Non è vero. Se c'è una certezza è che tanti amministratori stanno lavorando con impegno per portare avanti progetti di fusione. A ben guardare la nostra è l'unica riforma che va avanti. Qui si fanno tanti annunci ma gli unici che lavorano siamo noi. Infatti l'unica altra riforma che sta andando avanti è quella dell'urbanistica, ma guarda caso anche qui siamo noi i protagonisti.

comments powered by Disqus