Opere / Il caso

Storo, l'auditorium è nuovo ma fa già acqua e serve un catino sul palco

Inaugurato il 1° gennaio, ma dopo decenni di attesa. E il sindaco ammette: «È una struttura nata già vecchia, copertura da rifare»

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di Giuliano Beltrami

STORO. No, non si può proprio dire che l'auditorium di Storo sia nato sotto una buona stella. L'ultima ferita viene dall'alto, come mostra l'immagine catturata da una galeotta macchina fotografica. Il tetto perde. Non sarà una doccia, ma una goccia che non concede di mettere le cornici di legno in quel posto perché finirebbero per marcire. E il catino sul palco ha il sapore della malinconia (in foto).

Nicola Zontini, sindaco di Storo, ci guarda e tira una conclusione: «Quella struttura è nata vecchia». È la sintesi perfetta.

L'idea dell'auditorium di Storo è stata partorita addirittura quasi quarant'anni fa, esattamente nel 1986, quando la Giunta del sindachissimo (non è bella, ma era così) Fiorindo Malfer presentò la prima domanda di contributo per il progetto. Passarono gli anni e quasi trent'anni fa (il 12 luglio 1994) iniziarono finalmente i lavori. Fatta la scatola, ci si dimenticò della struttura, e ci si dimenticò talmente a lungo da far pensare che quasi ci si vergognasse di inaugurare una cattedrale simile dopo tanti anni.

Nel frattempo le normative cambiavano, e la rincorsa alle modifiche costringeva a cercare nuove risorse.Nel 2020, poco prima delle elezioni, il sindaco Luca Turinelli e la sua Giunta intitolarono la struttura a Hermann Zontini, il che fece pensare che tutto fosse finalmente completato. Invece i nuovi arrivati (la squadra di Nicola Zontini) ci spiegarono che ce n'erano ancora di soldi da spendere...

Così l'inaugurazione è avvenuta il primo gennaio di quest'anno in occasione del tradizionale concerto di Capodanno della banda sociale di Storo.

Tutto bene. Tant'è che fra gennaio e febbraio si è svolta la rassegna di teatro dialettale dell'Associazione culturale Il Chiese. E ieri sera era in programma Cirano di Bergerac nell'ambito di Giudicarie a teatro.

Però, a turbare i sonni degli amministratori, c'è quella goccia malandrina che cade. E il sindaco ripete: «L'auditorium è nato vecchio.

La copertura e i serramenti hanno trent'anni, perciò è comprensibile che si debbano cambiare. Per la copertura della sala stiamo pensando ad una scelta radicale: la cambiamo tutta. D'altronde abbiamo già fatto due sopralluoghi con i lattonieri senza riuscire a trovare l'origine della perdita. La struttura è comunque importante: infatti abbiamo ricevuto richieste di utilizzo anche da fuori paese».Quindi, dopo i quattro milioni e mezzo spesi per la realizzazione, occorrerà aggiungere ancora parecchie decine di migliaia di euro per la copertura. E tu chiamala struttura fortunata.

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