Belluno, rivolta contro lo smantellamento della Forestale

Scatta l’allarme in provincia di Belluno per il disegno governativo di smantellare il corpo forestale dello Stato e accorparlo alla polizia. «La nostra provincia dolomitica, sede di un parco nazionale e di numerose altre aree protette, con le Dolomiti ed i suoi paesaggi riconosciuti dall’Unesco, con fiumi, torrenti e rigagnoli sovra sfruttati dal punto di vista idroelettrico, con un ambiente naturale unico e fragile, rischia in futuro di non aver nessun controllo ambientale», tuona il movimento Bard, Belluno autonoma Regione Dolomiti.

Contro la riforma, prospettata nel ddl sulla pubblica amministrazione ora all’esame del Senato, si scagliano anche altre forze politiche locali, a cominciare dal movimento Cinque stelle, che accusa il governo Renzi di dare continua dimostrazione di non curanza per la tutela del’ambiente. Da qui l’appello a una mobilitazione affinché il territorio bellunese, grande tesoro naturale, continui a essere salvaguardato.

A livello nazionale, contro la riforma sono scese in campo anche alcune organizzazioni sindacali, l’associazionismo ambientalista e vari sodalizi impegnati in ambito culturale, civico e politico, In particolare, una petizione che raccoglie molte sigle, chiede che si proceda a un diverso intervento di razionalizzazione: «Proponiamo di accorpare le polizie provinciali e i corpi forestali delle Regioni e Province a statuto speciale (che attualmente sono alle dipendenze dei rispettivi enti locali) all’interno del corpo forestale dello Stato (che attualmente è sotto organico)».

Lanciano questo appello, fra gli altri, Lav, Lipu, Lac, varie sezioni Wwf, sezioni Anpi, i sindacati Ugl e Snf.

Il testo del ddl, presentato dal ministro Marianna Madia, è in discussione nella commissione Affari costituzionali di palazzo Madama, dove fra l’altro è stato approvato un emendamento che esclude dagli accorpamenti i corpi di polizia provinciale.

L’obiettivo della contestata riforma è portare i corpi di polizia da cinque a quattro: attualmente sono in servizio circa 305 mila agenti suddivisi fra carabinieri (105 mila), polizia (95 mila), finanza (60 mila), polizia penitenziaria (38 mila) e forestale (7 mila). Il corpo forestale, però, rappresenta una specializzazione mentre la gran parte delle sovrapposizioni di competenze riguardano altre forze dell’ordine.

«In base all’accordo 11 settembre 2014 nell’ambito della conferenza unificata Stato-Regioni-Province autonome sul riordino delle funzioni degli enti di area vasta (città metropolitane e Provincie) - scrive il Bard - è stato sospeso ogni provvedimento in materia di polizia provinciale.

Tutto questo quando è in atto il declassamento della Provincia ad ente di secondo grado, dove sono previsti prossimi pesanti tagli al personale ed ulteriore riduzione dei trasferimenti statali, che decretano di fatto un imminente stato di fallimento per l’ente provinciale. iamo al paradosso.

Eppure la legge regionale 25 del 08.08.2014 ha previsto l’attuazione della la specificità di questo territorio, prevista dallo Statuto regionale con il conseguente trasferimento di competenze da Venezia a Belluno (il termine è scaduto in febbraio ma le competenze non sono state trasferite, ndr).

Eppure e tra le competenze da trasferire vi sono pure quelle in ambito ambientale quali: governo del territorio, caccia e pesca, risorse idriche ed energetiche, forestazione, agricoltura, turismo e tutela del paesaggio.

Eppure anche la devastante legge Delrio ha riconosciuto un differenziale per le aree interamente montane e confinanti con Stati esteri.

Eppure l’area compresa nella nostra provincia di Belluno – Dolomiti è territorio fragile, complesso e straordinariamente interessante dal punto di vista ambientale.

Ora, nella consapevolezza che anche nel controllo ambientale ed agroalimentare ci debba essere un riordino con chiara definizione delle competenze e dei ruoli, perché non pensare ad un organismo di controllo ambientale accorpato e unico di ambito provinciale come già accade per Trento e Bolzano il cui rappresentante, capogruppo del gruppo delle autonomie a Roma Karl Zeller ha fatto approvare nei giorni scorsi un emendamento che prevede che nelle Province autonome di Trento e di Bolzano “restino ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi corpi forestali regionali e provinciali”, comprese le funzioni “di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria“? Perché non farlo?

Tutto ciò dovrebbe essere valutato in un ambito di ragionamento più vasto di riconsiderazione delle forme di governo per i nostri territori alpini, che necessitano di enti di aggregazione simili alle vicine alle comunità autonome contermini; di trasferimento immediato di risorse adeguate».

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