Alto Garda / Compendi

Ex hotel Panorama"di Torbole: respinta la richiesta di annullamento della concessione edilizia

Il sindaco di Nago-Torbole, Gianni Morandi, è soddisfatto: «Si tratta del terzo ente che conferma la regolarità». L'area oggi ospita un moderno complesso residenziale già abitato e la Provincia ha detto no alla domanda presentata da alcuni privati che si opponevano

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di Davide Pivetti

NAGO-TORBOLE. È impossibile riassumere in cronaca 50 anni di vicende giudiziarie (e politiche) legate al passato e ora al presente della particella 605 del comune catastale di Nago Torbole (alle Busatte), quella che ha ospitato dagli anni Settanta in poi l’hotel Panorama e oggi ospita un moderno complesso residenziale già abitato.

Ci ha però provato la Provincia che attraverso i suoi uffici ha dovuto ricostruire tutta la vicenda per decidere se procedere o meno con l’annullamento dell’ultima concessione edilizia, quella staccata nel 2019 dall’attuale giunta torbolana e che ha portato, appunto, all’attuale realizzazione.

Lo ha fatto su richiesta dei privati che hanno chiamato in causa la giunta provinciale appellandosi al suo potere straordinario di annullamento degli atti delle amministrazioni comunali.

Così gli uffici della Pat hanno ricostruito tutta la storia di quella particella, partendo da quel 1975 quando si staccò la prima concessione più volte contestata ma mai ritirata né riconosciuta come illegittima da alcuna autorità, provocando direttamente o indirettamente una miriade di passaggi, denunce, opposizioni, contestazioni che a loro volta hanno portato a pendenze e cause in Tribunale a Rovereto, al Tar di Trento, alla Corte d’Appello di Trento e addirittura alla Corte d’Appello di Venezia. E anche questa volta il procedimento si conclude con un nulla di fatto.

La giunta provinciale nella seduta del 28 marzo non ha approvato la richiesta di annullamento formulata da alcuni privati (sostenuti anche da una parte delle minoranze consiliari) ritenendo che «l’intervento eseguito non costituisce un pregiudizio al disegno pianificatorio dell’area di riferimento e risponde per le vie di massima ad una precisa intenzione del pianificatore comunale (qui non sindacabile) di recuperare dei volumi dismessi e riqualificare l’area su cui essi trovano collocazione, realizzando un edificio a destinazione residenziale». La giunta provinciale inoltre non ravvede «ragioni di superiore interesse pubblico all’esito demolitorio» e per questo «non accoglie l’istanza di annullamento».

«La giunta provinciale acclara la legittima dei volumi concessi nel 2019 - sottolinea con soddisfazione il sindaco Gianni Morandi - e lo fa dopo aver ricostruito mezzo secolo di vicende urbanistiche e giudiziarie. Dice che le valutazioni finali fatte dal Comune sono corrette e ribadisce la conformità dell’iter amministrativo e la regolarità del lavoro dei nostri uffici. È il terzo ente, indipendente, che si esprime sulla vicenda riconoscendola come regolare. E se non ci sono irregolarità e non ci sono abusi, allora di cosa abbiamo parlato in tutti questi anni?».

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