La Federazione internazionale «incastra» Schwazer Il marciatore altoatesino trovato nuovamente positivo

A Bolzano Alex Schwazer racconta la sua verità in una conferenza stampa:

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Torna in bilico la partecipazione di Alex Schwazer alle Olimpiadi di Rio dopo la notizia della sua nuova presunta positività svelata stamani dalla Gazzetta dello Sport. Un tunnel nel quale il marciatore sembrava uscito con il ritorno alle gare ufficiali appena un mese e mezzo fa, una volta scontata la squalifica e la conquista del pass per i Giochi del prossimo agosto.

Le rivelazioni del quotidiano, com'è ovvio, andranno verificate e i provvedimenti scatteranno, o meno, di conseguenza. Ma le ombre, davvero, non paiono voler abbandonare l'atleta altoatesino. La sua riabilitazione, nella scorsa primavera, era stata tutt'altro che semplice.

La squalifica sportiva di tre anni e mezzo, in seguito alla positività all'Epo emersa alla vigilia di Londra 2012, non aveva ottenuto alcuno sconto e si era così conclusa il 30 aprile scorso, appena in tempo per partecipare alla Coppa del mondo dell'8 maggio a Roma. dove ha trionfato.

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Ma in precedenza, i lunghi mesi della preparazione effettuata sotto la guida di Sandro Donati (consulente della Wada, maestro dello sport e tecnico da sempre impegnato nella lotta contro l'uso di sostanze proibite), erano stati caratterizzati dalla "guerra psicologica" scatenata da altri atleti azzurri, che non vedevano di buon occhio il suo ritorno alle gare: si era evidenziato, in particolare, lo scetticismo di Gianmarco Tamberi, campione del salto in alto che, senza mezzi termini, aveva parlato di "vergogna d'Italia". A questo punto, c'è attesa per la replica di Schwazer, che ha convocato subito una conferenza stampa per oggi pomeriggio alle 18 a Bolzano.

Parla il legale

«Si tratta di accuse false e mostruose». È questo il commento dell'avvocato Gerhard Brandstaetter, legale del marciatore Alex Schwazer. «Ora è successo quello che Alex ha sempre temuto, ma noi ci difenderemo e faremo causa» ha aggiunto Brandstaetter, annunciando in giornata una conferenza stampa

Reazioni

"Il nostro mondo è variegato, complesso e numericamente importante. Chiaro che quando ci sono atleti così importanti, su una recidiva, fa fragore". È il primo commento di Giovanni Malagò sulla presunta nuova positività di Alex Schwazer. "Nell'arco di 365 giorni - ha aggiunto il presidente del Coni a margine della cerimonia al Quirinale - siamo abituati ad avere momenti esaltanti e momenti in cui ci interroghiamo anche dei perchè di certe notizie, che sono così brutte, che spiacciono per non dire rovinano tutto il contesto".

 "La notizia della nuova positività di Alex Schwazer? È appena successo e, onestamente, non so se darla per vera. Vedremo nei prossimi giorni, ma comunque dispiace molto che ci sia ricascato". La campionessa azzurra e portabandiera a Rio 2016 Federica Pellegrini commenta la notizia della presunta nuova positività al doping del marciatore altoatesino.

"Al momento sono sconvolto, stiamo cercando di capire". È il breve commento del presidente della Fidal Alfio Giomi alla notizia della presunta nuova positività di Alex Schwazer, arrivando al Quirinale per la cerimonia della consegna del Tricolore al portabandiera di Rio 2016.

"Non bisogna incolpare solo l'atleta, dietro c'è un sistema colluso che, nella migliore delle ipotesi, ha taciuto: pensate che è stato lasciato solo prima dell'Olimpiade per poter sbagliare... E, con questa perla di saggezza, non parlerò mai più di una persona che, come dicevo in tempi non sospetti, per stare bene, non deve più stare nello sport". Lo ha detto Michele Didoni, ex marciatore e oggi allenatore.


 

Dall’Epo agli steroidi: cambiano i fattori, non il risultato. Al centro c’è sempre lui, Alex Schwazer, il marciatore azzurro oro a Pechino ed escluso alla vigilia dei Giochi di Londra. Alla fine ammise le sue colpe in lacrime, e per coprirlo la sua fidanzata di allora, Carolina Kostner, subì una squalifica per aver mentito il 30 luglio 2012 all’ispettore che si recò presso la sua abitazione alla ricerca del suo fidanzato. Fermato per tre anni e mezzo, con un’appendice di ulteriori tre mesi, la squalifica di Schwazer è terminata il 29 aprile 2016 e a maggio il marciatore si è presentato al via nel campionato del mondo a Roma, vincendo la 50km con un tempo eccezionale, tre ore e 39 minuti, che gli è valso il pass olimpico.

Sembrava l’inizio della vera rinascita, di un nuovo inizio: ora un’altra tegola, e ancora alla vigilia di un altro appuntamento a cinque cerchi. La presunta positività su un campione trovato negativò a gennaio e poi positivo a un riesame a maggio.

Colpevole o perseguitato?

È preso per dirlo. Certo è che da in questi ultimi quattro anni Schwazer ha cercato di ricostruirsi un’immagine, distrutta dopo la bufera epo. Il nuovo caso arriva ancora una volta a ridosso delle Olimpiadi di Rio 2016. Un sinistro dèjà-vu, dopo quanto accaduto nel 2012.

Il 6 agosto 2012 di quell’anno venne infatti trovato positivo all’eritropoietina in un controllo a sorpresa dell’Agenzia mondiale antidoping. Fu uno scandalo planetario, anche perché Schwazer a Londra partiva da favorito.

L’8 agosto l’azzurro spiegò la sua versione dei fatti in una drammatica conferenza stampa, resa famosa più che dalle parole dalle sue lacrime disperate.

Il 23 aprile 2013 arrivò la squalifica di tre anni e sei mesi del Tribunale nazionale antidoping.

Superato lo choc il 13 novembre 2013 tornò ad allenarsi.

Il 12 febbraio 2015 la seconda sezione del Tna gli inflisse altri tre mesi di squalifica per aver eluso il prelievo di campioni biologici sempre nella vicenda pre-Londra. Il suo stop si allungò così fino al 29 aprile 2016.

Il 30 marzo 2015 si mise nelle mani di Sandro Donati, il paladino della lotta al doping. Partì allora la missione Rio 2016. «Voglio dimostrare - aveva spiegato allora - che nello sport si può vincere anche senza doping».

Il 10 marzo la Fidal lo reintegrò: «Può essere un’arma in più per le Olimpiadi di Rio» disse il presidente Alfio Giomi.

Ma il suo rientro aveva sollevato la crociata di molti dei colleghi di nazionale: la polemica a distanza il 28 aprile scorso, quando il campione iridato dell’alto Gianmarco Tamberi si scagliò contro Schwazer definendolo la «vergogna d’Italia», aggiungendo: «Noi non lo vogliamo in nazionale». L’8 maggio il rientro-boom ai mondiali di Roma. E oggi viene alla luce il nuovo caso, per un controllo ematico in allenamento, quando ancora l’azzurro stava scontando lo stop. Un altro terremoto, che arriva quando, dopo quattro anni di buio, il tunnel sembrava ormai alle spalle.

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