Vicenda dell'orsa Daniza: la ricostruzione del ministero «Comportamento normale ma cattura legittima»

di Renzo Moser

Daniza non aveva fatto nulla di strano, difendendo i suoi cuccioli, ma la sua cattura (che poi si rivelò fatale) era giustificata dal fatto che più di una volta l’orsa era venuta in contatto con esseri umani con i cosiddetti «falsi attacchi».

È la salomonica posizione del ministro  dell’ambiente Gian Luca Galletti, che, rispondendo ad una interrogazione parlamentare firmata dal deputato 5 Stelle Riccardo Fraccaro, ha ricostruito il controverso caso dell’orsa morta nel settembre del 2014 in seguito all’anestesia, nell’ambito delle operazioni di cattura. D’altra parte, ricorda Galletti, «l’ordinanza contingibile ed urgente è uno strumento che il Presidente della Provincia può legittimamente adottare».

Nella sua ricostruzione, il ministro si richiama a quanto stabilito dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

In particolare:

  • L’Ispra ha definito il comportamento di Daniza non anomalo, in quanto realizzato a difesa dei cuccioli.
  • L’Ispra ha concluso che la cattura per captivazione permanente dell’esemplare dovesse ritenersi tra le azioni previste dal Pacobace in risposta al comportamento registrato, a maggior ragione per il fatto che Daniza era già in precedenza entrata in contatto con esseri umani rendendosi protagonista di cosiddetti «falsi attacchi» sempre in difesa dei propri piccoli, seppur senza conseguenze gravi.
  • L’Ispra ha inoltre precisato che l’eventuale rimozione di Daniza, considerata la consistenza della popolazione di orso nelle Alpi Centrali, non avrebbe reso indispensabile un rilascio sostitutivo.
  • In merito ai cuccioli, l’Ispra ha invece sottolineato che ne andava evitata la cattura. In caso di captivazione permanente della madre, tuttavia, occorreva un attento monitoraggio degli stessi.

Il ministro ricorda che, in seguito alla morte di Daniza, la Provincia di Trento venne sollecitata a inviare una dettagliata relazione su quanto era successo e come lo stesso Ispra, una volta esaminato il documento, non ha sollevato rilievi di sorta.

Il ministero ripercorre, benché brevemente, anche le tappe dell’inchiesta penale aperta all’indomani della morte di Daniza, ricordando come «la procura della Repubblica di Trento ha disposto due autopsie, la prima presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) delle Venezie a Legnaro (Pd), la seconda presso l’IZS di Grosseto, in quanto centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria. La vicenda giudiziaria si è conclusa con provvedimento di archiviazione del Procuratore della Repubblica n. 312/2015 R.G. Mod. 45 DD. dell’8 maggio 2015. Il Giudice ha accolto la richiesta di oblazione da parte del veterinario, che ha pagato un’ammenda di 2.000 euro, con la quale si estingue il reato».

Chiuso, almeno sul piano giudiziario, il capitolo Daniza, è rimasto aperto, ovviamente, quello dei due cuccioli, rimasti senza mamma. Sul loro destino, scrive il ministro: «La scelta di lasciarli in libertà, attentamente monitorati, è stata frutto di attenta valutazione della letteratura scientifica esistente ed ha trovato ampio supporto nei numerosi esperti scientifici internazionali sentiti da Ispra».

Ma che ne è stato di loro? 

«Dal mese di settembre 2014, i cuccioli di Daniza, completamente autonomi, sono stati oggetto di monitoraggio sul campo da parte della Provincia di Trento, dapprima e fino alla fine di ottobre 2014, con tecniche radiotelemetriche, successivamente, con metodi indiretti. Sono state inoltre intraprese diverse altre iniziative tese a salvaguardarne la libertà e la sopravvivenza».

Le ultime notizie certe risalgono alla primavera del 2015 ed erano  positive. «Il fatto che non ci siano state altre segnalazioni costituisce di per sé un elemento positivo. Il quadro complessivo, dunque, pare confermare un buono stato di salute dei cuccioli e soprattutto un comportamento schivo senza contatti con l’uomo, per quanto sia difficile averne certezza. In genere si ha un riscontro relativamente rapido nel caso di decesso. Nel corso dell’inverno gli orsi non sono attivi per cui occorrerà attendere la primavera del 2016 per verificare le loro condizioni».

Tornando alla legittimità della procedura adottata in Trentino per affrontare il caso Daniza, Galletti conferma che «Tar e Consiglio di Stato hanno avuto modo di affermare che la sussistenza di una situazione di pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica vale a giustificare l’adozione di uno specifico provvedimento extra ordinem contingibile ed urgente da parte della Provincia. In situazioni di questo tipo, dunque, non è prevista alcuna autorizzazione ministeriale, né alcun parere dell’Ispra».

Ma proprio in seguito al caso Daniza, qualcosa è cambiato nella gestione dell’orso.

Intanto «sono operative e sono state recentemente rafforzate apposite squadre di emergenza, che hanno il compito di intervenire, seguendo le indicazioni fornite nel Pacobace, in tutti i casi in cui il comportamento dell’orso possa essere ritenuto pericoloso o dannoso»; inoltre, visto l’aumento degli esemplari, è stata concordata «una modifica del capitolo 3 del Piano d’azione, che definisce l’”orso problematico” in maniera più precisa, prevedendo inoltre, nell’ambito della definizione del grado di problematicità dei possibili comportamenti di un orso e relative azioni possibili, l’inclusione della categoria “orso che provoca danni ripetuti a patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione e/o di dissuasione risulta inattuabile o inefficace” tra quelle per le quali può essere consentita l’attivazione di azioni energiche comprese la cattura per captivazione permanente e l’abbattimento. Ferme restando tutte le azioni di dissuasione che dovranno essere poste in essere secondo la normativa vigente, è mantenuta invariata l’obbligatorietà della richiesta di autorizzazione al ministero per ogni intervento di rimozione».

 

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