Pd e Upt, non c'è ok su Rossi Spunta l'alternativa Daldoss

Accantonati i toni ultimativi e pseudo-ricattatori delle ultime settimane, martedì il presidente della Provincia, Ugo Rossi, si è presentato alla prima riunione della sua maggioranza dopo il voto del 4 marzo, che si è tenuta nella sede delle Stelle alpine, con un atteggiamento più conciliante verso gli alleati, cercando di sgombrare il campo dalla tentazione di portare il Patt verso schemi alternativi al centrosinistra autonomista nell’ipotesi che alla fine la coalizione non confermasse lo stesso Rossi come candidato presidente. «Sono stato io, quando ero segretario del partito, - ha detto Rossi ripercorrendo il suo percorso politico, - a portare il Patt nel centrosinistra».

Sta di fatto che il segretario del Partito autonomista, Franco Panizza , andando subito al sodo, ha rimarcato che: «Rossi è la forza della coalizione perché rappresenta le cose buone fatte in questi anni alla guida della Provincia». E ha ammonito gli alleati: «Stiamo attenti a delegittimare Rossi, perché poi succede come a livello nazionale che a furia di delegittimare i leader hanno perso tutti. Per cui finiamola con i distinguo e decidiamo in fretta, perché il Patt non è disposto a tenere a bagnomaria il presidente Rossi. Dobbiamo decidere prima che lo faccia il centrodestra». Ad ascoltare Panizza e Rossi c’erano quasi tutti i consiglieri provinciali del Patt (Lorenzo Ossanna, Lorenzo Baratter, Luca Giuliani, Chiara Avanzo, Graziano Lozzer) mancava solo Walter Viola, l’assessore Michele Dallapiccola e c’era pura l’assessore «tecnico» ormai quasi-Patt, Carlo Daldoss, che non hanno parlato.

Alla sollecitazione autonomista, però, gli altri partiti del centrosinistra hanno risposto facendo capire che non danno nulla per scontato e che quindi la conferma di Rossi resta ancora in forse perché la leadership deve essere il risultato di un percorso politico che deve ancora essere avviato. Insomma, Pd e Upt, pur consci della necessità di chiudere in tempi ragionevoli la questione - che per loro vuol dire entro maggio o giugno - per ora tengono ancora Rossi sulla corda.

Il Pd, che già prima dell’incontro aveva deciso di lasciare parlare solo il nuovo segretario Giuliano Muzio , anche per dare un messaggio univoco, era presente con il capogruppo provinciale Alessio Manica, la presidente Donata Borgonovo Re, Bruno Dorigatti e Lucia Maestri. Spiega Muzio al termine: «Abbiamo deciso di avviare un percorso a livello politico trovandoci tra partiti della coalizione. Come Pd abbiamo assunto l’incarico per discutere di progetto, contenuti e poi anche del candidato presidente, nome che non può essere anticipato agli altri due».

Anche l’Upt, intervenuta in forze con Gianpiero Passamani , Vittorio Fravezzi , Mauro Gilmozzi e Annalisa Caumo, ha insistito sulla precedenza da dare al progetto politico dicendo che ora serve ha detto Fravezzi: «Un surplus di politica per rilanciare la coalizione, che è mancata in questi anni in cui ci si è concentrati solo sull’amministrazione». Passamani ha auspicato anche un allargamento della coalizione ai «civici».

Durissimo contro Rossi è stato l’intervento di Marco Boato (Verdi) che ha bocciato il governatore e la sua guida in questi anni culminata nella disastrosa gestione della campagna elettorale per le Politiche con il sondaggio e il promesso «cappotto» poi completamente smentito dal voto. All’incontro c’erano anche i rappresentanti di Ual e socialisti che completano l’alleanza.


 

C’era anche l’assessore provinciale «tecnico» agli enti locali e urbanistica, Carlo Daldoss, martedì all’incontro delle forze politiche del centrosinistra autonomista sul futuro della coalizione. È la prima volta che si fa vedere a una riunione politica di maggioranza, «certificando» così la sua adesione ora anche politica all’azione del suo mentore - il governatore autonomista Ugo Rossi - pur non avendo ancora deciso formalmente di prendere la tessera del Patt, nonostante a febbraio, in campagna elettorale, abbia preso la parola a una assemblea pubblica delle Stelle alpine a Lavis.


Carlo Daldoss, ex margheritino, questa volta intende candidarsi alle elezioni provinciali di ottobre. Il segretario del Patt, Franco Panizza, lo accredita come nome già arruolato nella lista dei candidati autonomisti, ma lui non si è ancora sbilanciato, pronto a considerare ancora l’ipotesi di varare una lista civica a sostegno di Rossi, se il presidente della Provincia che nel 2013 lo ha «pescato» da Vermiglio, dove era impegnato nella suo proficuo studio professionale di geometra, per affidargli la guida di un assessorato importante.

E Daldoss è sempre stato riconoscente a Rossi rimanendo al suo fianco con grande fedeltà. Proprio per la fiducia che il presidente della Provincia ripone nel suo assessore «tecnico», nel caso il confronto con gli alleati di Pd e Upt dovesse far emergere alla fine l’indisponibilità dei due principali partiti della coalizione a sostenere una ricandidatura di Rossi, il governatore del Patt potrebbe decidere di accettare di fare un passo indietro proponendo però alla coalizione il nome di Daldoss come candidato presidente. In alcuni incontri informali in giro per le valli Daldoss sta già buttando lì l’eventualità.

È chiaro, però, che se Rossi rinunciasse per lanciare Daldoss, invece di lasciare la coalizione con il suo Patt come ha minacciato dopo il voto, gli alleati potrebbero comunque sentirsi legittimati a proporre altri nomi chiedendo di soppesarne pro e contro con quello dell’assessore uscente.

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