Legge elettorale, si vota con gli oppositori in piazza

A Montecitorio arrivano i primi due sì sulla legge elettorale

AGGIORNAMENTO: A Montecitorio arrivano i primi due sì sulla legge elettorale. L'articolo uno del Rosatellum, sulle quali il governo aveva posto la fiducia. La prima passa con 307 sì, 90 contrari e nove astenuti. Subito dopo la proclamazione del risultato sull'articolo uno (che contiene il sistema elettorale della Camera) l'assemblea di Montecitorio ha dato il via alle dichiarazioni di voto sulla seconda fiducia , quella sull'articolo 2 del disegno di legge (sistema elettorale del Senato), che ha ottenuto 308 voti favorevoli, 81 i contrari, otto gli astenuti.

Domattina, a partire dalle 9, si terranno le dichiarazioni di voto sulla terza ed ultima fiducia, quella posta sull'articolo 3 del testo. La votazione avrà inizio alle 11. A seguire, l'Assemblea di Montecitorio esaminerà i restanti due articoli del provvedimento, per poi passare agli ordini del giorno e alle dichiarazioni di voto finali.

Fuori dal palazzo nel pomeriggio si è tenuta la manifestazione della sinistra, con manifestazioni in piazza Montecitorio e al Pantheon. 

"Gentiloni aveva detto che non sarebbe intervenuto. Ha perso credibilità" ha detto ha detto Pier Luigi Bersani arrivando alla manifestazione.

Sotto l'obelisco di Montecitorio, i cinque stelle hanno continuato a martellare l'alleanza che ha sostiene la nuova legge elettorale. Alessandro Di Battista ha messo nel mirino la Lega Nord: "Salvini si è venduto per qualche voto in più cedendo lo scettro di comando a Berlusconi", ha detto. Il sì al Rosatellum ha provocato divisioni e imbarazzi nel centrodestra. A Montecitorio la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha preso le distanze dai suoi alleati: "E' una legge vergognosa, non non potevamo starci e ci dispiace che altri si siano resi disponibili"

"Per la seconda volta nella stessa legislatura - commenta l'ex premier Massimo D'Alema - abbiamo una legge inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada al populismo, spezzando il legame già fragile tra cittadini e istituzioni".

AGGIORNAMENTO (ore 18.45) - A Montecitorio arriva il primo sì sulla legge elettorale. L’articolo uno del Rosatellum, sul quale il governo aveva posto la fiducia, passa con 307 sì, 90 contrari e nove astenuti. Subito dopo la proclamazione del risultato sull’articolo uno (che contiene il sistema elettorale della Camera) l’assemblea di Montecitorio ha dato il via alle dichiarazioni di voto sulla seconda fiducia in programma oggi, quella sull’articolo 2 del disegno di legge (sistema elettorale del Senato).

Fuori dal palazzo ha preso il via la manifestazione della sinistra, che ha radunato i suoi militanti al Pantheon.

«Gentiloni aveva detto che non sarebbe intervenuto. Ha perso credibilità» ha detto ha detto Pier Luigi Bersani arrivando alla manifestazione.

Sotto l’obelisco di Montecitorio, i cinque stelle continuano a martellare l’alleanza che ha sostiene la nuova legge elettorale.
Alessandro Di Battista ha messo nel mirino la Lega Nord: «Salvini  si è venduto per qualche voto in più cedendo lo scettro di comando a Berlusconi», ha detto.  Il sì al Rosatellum ha provocato divisioni e imbarazzi nel centrodestra. A Montecitorio la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha preso le distanze dai suoi alleati: «È una legge vergognosa, non non potevamo starci e ci dispiace che altri si siano resi disponibili».

Tra gli esponenti di Campo Progressista in piazza ci sono tra gli altri, Ciccio Ferrara, Marco Furfaro, Massimiliano Smeriglio, Michele Piras, Giovanna Martelli, Franco Bordo, Gianni Melilla, Marisa Nicchi, Michele Ragosta, Filiberto Zaratti, Mapi Pizzolante.

«È un errore drammatico evitare la discussione in Parlamento sulla legge elettorale. Si tratta di una norma che regola i principi democratici fondamentali. È poi un’occasione persa perchè in aula si potevano sviluppare ragionamenti e modifiche utili al Paese, con questa blindatura non sarà possibile», ha dichiarato Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio.

AGGIORNAMENTO (ore 16.00) - In un’aula poco affollata si svolgono le dichiarazioni di voto sulla fiducia al primo articolo del Rosatellum. Sul banco del governo c’è solo il sottosegretario Bocci. Poi, alle 15.50 comincia l’appello dei deputati.

Forza Italia, annuncia Roberto Occhiuto, non parteciperà al voto di fiducia, ma domani voterà la legge, sulla quale «l’opposizione è stata coinvolta».

Per i cinque stelle interviene  duramente Danilo Toninelli: «Questo Parlamento non ha più la dignità di rappresentare i cittadini. Gentiloni è un passacarte  che si deve far chiamare da Rosato per mettere la fiducia. Questo governo e questo Parlamento sono fatti di indegni e di bugiardi».

Fuori dal palazzo i militanti M5s seguono gli interventi in aula. Il tifo è da stadio: applausi e ovazioni per Toninelli, «buu» e fischi per i sostenitori della legge.

Dalla Camera esce Umberto Bossi.

La  Lega voterà sì al Rosatellum, e i militanti pentastellati non glielo perdonano: Bossi viene sommerso da fischi e insulti: «hai rubato i soldi dei cittadini», «traditore».

Il renziano Roberto Giachetti difende la legge e accusa chi si oppone: sono 15 anni che non si fa una legge elettorale perchè ciascuno vuole che sia la sua legge elettorale.

Quindi o oggi approviamo questa e usciamo dal pantano  oppure l’alternativa è l’ennesima umiliazione del Parlamento».


 Tra piazze e emiciclo parte questo pomeriggio la maratona  del Rosatellum bis.

L’assemblea di Montecitorio si riunirà alle 13.45: in programma due voti di fiducia sui primi due articoli della legge. Dopo le dichiarazioni di voto, la prima fiducia sarà votata alle 15.45: serviranno, come al solito, un paio d’ore per conoscere il risultato (i deputati devono sfilare uno a uno sotto il banco della presidenza e dichiarare il proprio voto).

Poi altro giro di dichiarazioni di voto e votazione sulla seconda fiducia a partire dalle 19.30. Il risultato finale arriverà entro le 21.30, poi tutti a casa. Il cammino della legge elettorale alla Camera  si completerà domani con la terza votazione di fiducia, la discussione sugli ordini del giorno e  il voto finale sulla legge, che molto probabilmente sarà a scrutinio segreto, (basta che lo chiedano 30 deputati).

In contemporanea con le votazioni in aula, oggi i partiti del no alla nuova legge elettorale accerchieranno la Camera con le loro manifestazioni di protesta.

Il Movimento cinque stelle ha chiamato i militanti a manifestare di fronte Montecitorio alle 13, anche a Trento mobilitazione annunciata dai cinquestelle.

Ci sarà il leader Luigi Di Maio ma non Beppe Grillo, che sarà invece a Roma domani per il voto finale. ‘Impedite il ritorno della melmà, manda a dire in un lungo post sul suo blog. Intanto, Alessandro Di Battista chiede al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare la legge.

«Sono stanco di chi si lamenta e basta. Sono stanco di chi è capace di scendere in piazza solo per contestare la nazionale di calcio. Costoro sono i migliori alleati del sistema. Chi dice ‘tanto non cambia nullà lo dice perchè lui non ha alcuna forza di cambiare. Per fortuna c’è chi ha questa forza. Oggi dobbiamo scendere in piazza. Lo dobbiamo fare con ardore e intelligenza, con indignazione e nonviolenza», ha scritto Di Battista su Fb dove aggiunge: «Noi saremo in piazza e tutti coloro che sono stanchi di subire e di vedere fette di sovranità popolare che vengono cancellate, non hanno solo il diritto di manifestare, hanno il dovere di farlo».

Alle 17.30 al Pantheon, si sono dati appuntamento i sostenitori di Mdp, presente Pier Luigi Bersani.

Anche Rifondazione comunista sarà in piazza Montecitorio a fine mattinata con i suoi militanti.

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