Olimpiadi 2026, Zaia: «Più forti Milano? Aver fatto Expo non basta»

«La candidatura “Cortina Dolomiti Unesco” ieri è uscita più forte di prima»: lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia.

«Siamo assolutamente in tempo - ha proseguito - perchè, dimostrando di saper leggere l’inglese, abbiamo visto che, nel regolamento Cio, i dossier si chiudono il 31 marzo, non il 29. E apprezziamo il fatto che Malagò abbia affermato che c’è anche Cortina».

Zaia ha addotto due motivi, all’affermazione di maggior forza di Cortina. «Il primo è che, esistendo una candidatura Milano-Torino, che prevede un collegamento con 40 minuti di alta velocità ferroviaria, vuol dire che con la nostra candidatura diffusa siamo sulla buona strada, anche perchè qui la neve è di casa, abbiamo infrastrutture e piste e non ci serve nulla se non risorse per fare rete e uscire con una candidatura ecosostenibile ed ecocompatibile».

In secondo luogo, ha aggiunto, «avevo letto una dichiarazione di Malagò che affermava che le Olimpiadi non possono tornare dove sono già state. Ma, nel 2026, saranno passati 70 anni dalle precedenti Olimpiadi di Cortina e soli 20 da quelle di Torino, per cui ritengo che abbiamo più forza noi. Dico solo che se si fosse scelto il Veneto nel 2020, non avremmo avuto la farsa di Roma».

Adesso, ha chiarito il presidente del Veneto, «andremo avanti a preparare il dossier, rispettando in maniera ossequiosa ogni indicazione del Cio, perchè non corriamo solo per correre, ma per fare una proposta innovativa. E non ci candidiamo “contro” qualcuno, ma chiediamo solo al Coni che la valutazione dei dossier sia obiettiva, pubblica, leggibile e comprensibile da tutti. E non esiste che l’aver organizzato l’Expo sia una carta vincente per tutta la vita: qui abbiamo imprenditori che fatturano come dieci Expo».

«Mi auguro che la commissione che valuterà le candidature - ha concluso - sia pubblica: intanto c’è, fino ad ottobre, la fase di dialogo e noi siamo pronti a interloquire con tutti. Intanto, vedremo di mettere in piedi l’organizzazione per redigere il dossier, ma ci vuole anche un Governo che sposi questa partita».

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