Aperta la «Leopolda», la minoranza Pd critica

«Oggi si torna a casa, ma solo per ripartire #leopolda5 #italiariparte»: lo scrive su Twitter Matteo Renzi da Bruxelles, dove è impegnato nella seconda giornata del Consiglio europeo. Ma la kermesse politica in corso a Firenze (che entra nel vivo con le sessioni pubbliche da opggi a domenica) ha creato parecchie tensioni tra la minoranza del Pd e il presidente del consiglio nonché segretario del partito. Polemiche sui finanziamenti privati alla Lepolda (circa due milioni) ma anche sul senso dell'iniziativa, letta dai critici come un'esasperazione di un'idea di partito personalistico che ruota solo attorno al leader

«Oggi si torna a casa, ma solo per ripartire #leopolda5 #italiariparte»: lo scrive su Twitter Matteo Renzi da Bruxelles, dove è impegnato nella seconda giornata del Consiglio europeo. Ma la kermesse politica in corso a Firenze (che entra nel vivo con le sessioni pubbliche da opggi a domenica) ha creato parecchie tensioni tra la minoranza del Pd e il presidente del consiglio nonché segretario del partito. Polemiche sui finanziamenti privati alla Lepolda (circa due milioni) ma anche sul senso dell'iniziativa, letta dai critici come un'esasperazione di un'idea di partito personalistico che ruota solo attorno al leader

 

Nei giorni scorsi il candidato segretario sconfitto alle primarie, Gianni Cuperlo, ha più volte punzecchiato Renzi anche su questo punto, oltre che più in generale su una linea politica di governo ritenuta troppo moderata e distante dalla tradizione socialdemocratica. Cuperlo ha fra l'altro annunciato, in un'assemblea nazionale di Sinistra Dem svoltasi il 4 ottobre a Bologna, che all'inizio del 2015 quest'ala del partito potrebbe tenere in un hotel che si chiama Leopoldo («ho scoperto che ne esiste uno») una prossima assemblea.

Leopolda 2013

A criticare aspramente Renzi sugli sponsor della Leopolda è l'ex responsabile economia del partito e già viceministro Stefano Fassina, grande fustigatore delle politiche economiche del governo: «Una parte dell’establishment italiano finanzia con due milioni di euro l’evento. Due domande mi permetto sommessamente di rivolgere al segretario nazionale del Pd. Per ragioni di opportunità, non si potevano evitare i generosi e certo disinteressati contributi di chi è stato nominato dal governo Renzi nel cda di importanti aziende pubbliche?».

A Fassina, che invitava Renzi a destinare piuttosto quei fondi ai circoli territoriali del partito, hanno replicato la ministra Maria Elena Boschi e la fondazione renziana Open, che organizza l'evento, per dire che la Leopolda non costerà così tanto: «I circa due milioni sono il totale delle donazioni dei sostenitori della Fondazione, e non il costo della Leopolda 2014. Tra l’altro, si tratta dei finanziatori della Fondazione dagli esordi, nel 2012, a oggi. La Leopolda 2014 in base a un primo calcolo preventivo costerà circa 300 mila euro».

 

Domani, poi, con il contestuale appuntamento in piazza a Roma promosso dalla Cgil per contestare le politiche economiche del governo, il Pd si dividerà fra chi (come Pippo Civati) sarà accanto al sindacato e chi alla kermesse fiorentina con Renzi.

 

«Renzi ha sbagliato a organizzarla quest'anno. Da segretario dovrebbe dimostrare di essere impegnato fino in fondo a organizzare il partito, farne un luogo di confronto e anche di attrazione di energie esterne. Non capisco come si possa sostenere che la Leopolda non ha la caratteristica di riunire i sostenitori di Renzi», attacca il deputato bersaniano Alfredo D'Attorre.

 

Ma le bandiere Pd «ci sono sempre state» e ci saranno, perché la Leopolda ha un'anima «democratica»: la kermesse renziana non cambia la sua natura, assicura Maria Elena Boschi. Resta un «serbatoio di idee», un luogo dove raccogliere proposte e critiche, un terreno di coltura di quel progetto di cambiamento del Paese «che ha convinto il 41% degli italiani». Il ritrovo di «un gruppo di amici» che hanno aperto insieme la stagione della rottamazione e ora sono alla guida del Paese.

 

E così anche se alla Leopolda quest'anno ci sarà «gran parte del governo», essere a Roma a sfilare con la Cgil «non vorrà dire essere contro il governo». E tantomeno commettere lesa maestà, ha assicurato Matteo Renzi.

 

Ma un pezzo della minoranza dem ribadisce l'impressione che l'evento fiorentino sia espressione di un «partito parallelo».

E l'idea che il segretario «non creda fino in fondo al progetto Pd».

Lunedì nel riunire la direzione del partito, Renzi ha dettato la linea ai suoi: stemperare i toni, nessuna contrapposizione, nessuna scomunica di chi sarà in piazza sotto le bandiere rosse del sindacato. «È legittimo» andare a protestare, anche contro il proprio governo, concede Maria Elena Boschi. Ma «c'è un'altra Italia» che nel weekend a Firenze «si confronterà su cento temi diversi, a tavoli di lavoro dove è forse più facile parlarsi e dirsi anche quello che si sta sbagliando».

 

È la rivendicazione di una differenza: i renziani a differenza di altri, assicura il ministro, non si sono mai fatti corrente.

Ma sentono di «tornare a casa» in una stazione Leopolda affollata di società civile. Alla Leopolda per la prima volta quest'anno ci saranno tanti ministri (da Poletti, a Pinotti e Orlando). Parleranno il commissario anticorruzione Raffaele Cantone e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, entrambi nominati dal governo Renzi. Ma ci saranno anche numerosi imprenditori (Bertelli, Cucinelli, Rosso), ci sarà Pif, ma non dovrebbe esserci Sergio Marchionne.

 

Della Valle «se vorrà - dice Boschi - saremo felici di accoglierlo».

Non mancherà Davide Serra. Tutti i parlamentari dem sono stati invitati a questa quinta edizione.

«La Leopolda ha le porte «non aperte ma spalancate», sottolinea il deputato dem Edoardo Fanucci. Sarà lui, 31enne, a raccogliere con i giovani colleghi Lorenza Bonaccorsi, Silvia Fregolent e Luigi Famiglietti, il testimone da Maria Elena Boschi e affiancare il segretario-premier sul palco della kermesse. Un «gruppo di amici» che si è fatto classe di governo. Così si descrivono. E spiegano che questo weekend a Firenze raccoglieranno proposte e anche critiche, «con coraggio».

 

«Al mio tavolo di lavoro sulle riforme ci saranno professori», anticipa Boschi. E ricorda quando, alla prima edizione, da giovane avvocato era salita sul palco della Leopolda a parlare del processo civile telematico «che il governo sta realizzando».

 

Ma la narrazione renziana non convince parte della minoranza Pd che sarà presente sabato prossimo in un'altra piazza, quella della Cgil a Roma. «Da un lato alimenta l'idea che c'è un segretario che non crede fino in fondo al progetto del Pd, dall'altro l'idea che c'è una corrente renziana un po' dentro e un po' fuori dal Pd», sintetizza ancora Alfredo D'Attorre. E sottolinea che Pier Luigi Bersani, nel disertare la piazza della Cgil, dimostra di avere a cuore l'unità del Pd più di Renzi.

 

In piazza sabato ci saranno Guglielmo Epifani, Gianni Cuperlo, Cesare Damiano, Stefano Fassina, Rosy Bindi e altri parlamentari dem. Ma Boschi non drammatizza: «È ragionevole che altri abbiano impegni. Ho invitato personalmente Fassina, che mi ha detto che domenica mattina deve portare i bambini allo zoo».

comments powered by Disqus