Altalene del parco occupate dai piccoli stranieri? La risposta dei bambini è una canzone

di Andrea Bergamo

«Portami su, portami giù. Portami via da chi mi dice che questo gioco non è per me». Parole semplici, note orecchiabili che rimangono in testa.

È esploso l’applauso dei genitori, quando ieri pomeriggio alla festicciola di Natale alle elementari della Vela è terminata la proiezione del video musicale «Altalena».

Scritta e composta dal maestro di musica e inglese Alessio Zeni, la canzone - appare chiaro - è stata ispirata dalle parole della consigliera provinciale della Lega Katia Rossato, che dopo la sua elezione in un’intervista all’Adige aveva sostenuto che alla Vela i bimbi stranieri occupano le altalene.

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Parole che avevano fatto il giro d’Italia. Ieri alla proiezione c’era anche la «musa» del compositore. Rossato, mamma di un bimbo che frequenta la scuola, ha applaudito come tutti gli altri presenti, ma non ha voluto commentare l’iniziativa. Il video musicale parteciperà a concorsi nazionali dedicati alle scuole.

«Portami avanti, portami indietro. Tienimi lontano da quel tempo in cui soltanto chi era alto e biondo poteva avere un posto in questo mondo» hanno cantato gli alunni. E ancora: «Io sto occupando un posto che deve essere di qualcun altro, sì deve essere di un bimbo bianco». L’altalena, hanno intonato i ragazzini dai 6 ai 10 anni, «deve essere di tutti quanti, io ne son degno quanto tutti gli altri».

Quindi la loro richiesta direttamente al gioco che si trova a pochi passi dalla scuola: «Fammi volare, portami in alto per non sentire le frasi ostili di chi divide e le parole di chi mi esclude. Quelle no, sull’altalena non le metterò».

Canzoni e poesie della festa di Natale erano legate al progetto dell’istituto Trento 6 sulla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (il prossimo anno ricorrono i 30 anni dalla firma) e intitolato «Anch’io ho diritto ad essere felice». Le varie classi hanno così proposto ieri il frutto del loro percorso: riflessioni sui diritti al gioco, all’amicizia, all’uguaglianza, al nome e alla cittadinanza. Dagli insegnanti è arrivato l’augurio di buon Natale alle famiglie «all’insegna delle luci e dei presepi, ma soprattutto della solidarietà e dell’accoglienza».

Tra le riflessioni proposte c’erano quelle dedicate alla figura di Gandhi, quindi «We are the world» il cui testo (tradotto in italiano) recita: «Noi siamo i bambini, quelli che un giorno renderanno il giorno più luminoso». Non è poi mancata la canzone «L’Africa non è lontana. Bianco e nero è più bello, da fratello a fratello».

Momento clou della festa è stata però ovviamente la proiezione di «Altalena», video musicale realizzato con la partecipazione delle scuole primarie San Vigilio, Bellesini e Schmid dell’istituto comprensivo Trento 6. Un video che - ha evidenziato la dirigente Paola Pasqualin - testimonia «quanto vivono tutti i giorni i bambini, che non hanno bisogno di conoscere la dichiarazione dei diritti del fanciullo. Noi adulti dovremmo imparare dai più piccoli». Pasqualin ha aggiunto che «i genitori erano a conoscenza dei contenuti della canzone e hanno dato il loro assenso alla partecipazione dei bimbi nel video».



L’insegnate autore di musica e testo era giustamente emozionato, conscio dell’interesse che la canzone ha suscitato. «Questa canzone è nata qualche settimana fa e parla del diritto al gioco. I bambini delle scuole Bellesini si sono occupati delle animazioni, i compagni della Vela compaiono nel video realizzato nel quartiere delle Albere e infine l’audio è stato registrato dai coetanei delle Schmid» sono state le parole del maestro Alessio Zeni, che conclude: «La scuola persegue lo scopo di diffondere cultura. La politica non c’entra: al centro di tutto ci sono i diritti dei bambini».



LA CONSIGLIERA TACE

«Preferisco non rilasciare nessuna dichiarazione». Conclusa la proiezione del video musicale «Altalena», la consigliera provinciale della Lega Katia Rossato non ha chiarito se la canzone le sia piaciuta, ma è stata vista applaudire... Sono state le sue parole ad ispirare l’autore.

Rispondendo a una domanda sulla presenza di profughi alla Vela, aveva detto: «Non ci sono problemi gravissimi, anche perché qui abbiamo famiglie con bambini che vivono in miniappartamenti. Però girano per il paese e occupano il parchetto: tra la gente c’è qualche malumore. Utilizzano i posti che erano nostri. Si piazzano al parco, utilizzano tutte le panchine e i bambini rimangono seduti sui giochi (due altalene, uno scivolo e un paio di molle). Si sono appropriati dei nostri spazi. È come se quel posto fosse loro».

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