Trento è più attrattiva per i pazienti da fuori

di Patrizia Todesco

La differenza tra mobilità attiva e passiva, ossia tra i trentini che si fanno curare fuori provincia (ancora una maggioranza) e quelli da fuori che accedono ai nostri ospedali, si sta riducendo sempre più. Anche che gli importi della mobilità passiva sono rimasti stabili, a crescere sensibilmente, grazie alle strutture riabilitative e all'oculistica, è stata la mobilità attiva che nel 2014 ammontava a 44,85 milioni e nel 2017 è salita a 56,29 (12 milioni in più). Il saldo negativo del 2017 è stato dunque di 6 milioni e 717 mila euro, praticamente la metà dell'anno precedente. 
«Sono particolarmente felice di questo risultato anche perché era un obiettivo strategico a cui la Provincia teneva molto. Abbiamo fatto il nostro dovere andando oltre ciò che ci eravamo prefissati. Adesso si tratta di consolidare il risultato», spiega il direttore Paolo Bordon.
Per quanto riguarda i saldi delle varie voci tra mobilità attiva e passiva, i ricoveri rappresentano l'uscita maggiore (- 6.062.259), mentre si registra un saldo positivo per terme e trasporti. Sotto di poco più di 1 milione la specialistica ambulatoriale.
Ma dove vanno i trentini a farsi curare fuori provincia? L'80% del valore delle prestazioni fruite nel 2017 è stato erogato da strutture del Veneto, della Lombardia e della Provincia di Bolzano. L'importo più consistente riguarda i ricoveri con 47,1 milioni di euro, che e rappresentano il 74% del totale complessivo di mobilità passiva del 2017. Seguono le prestazioni di specialistica ambulatoriale che ammontano a 8,2 milioni di euro (13%) e la somministrazione diretta di farmaci che si assesta a 5,3 milioni di euro (8%).
Nel report dell'Azienda si fa presente che parte della mobilità è quella che viene definita «necessitata», cioè si tratta di persone che vivono in Primiero e in val di Fassa e che per vicinanza gravitano su strutture di altre Province. Ci sono poi pazienti che si recano fuori per cure che non possono essere effettuate da noi, come per trapianti, cardiochirurgia pediatrica, oncoematologia.
Nel complesso, il numero maggiore di ricoveri fuori provincia si è avuto per problemi muscolo-scheletrici (2.935). A seguire 825 ricoveri per problemi all'apparato cardiocircolatorio, 836 ricoveri per patologie legate al sistema nervoso e 698 per malattie renali. Per quanto riguarda la mobilità attiva, gran parte del valore delle prestazioni sono state erogate a pazienti provenienti da Veneto, Lombardia e Provincia di Bolzano. Analizzando le degenze, meno della metà (4.799) è riferita a strutture pubbliche mentre le strutture private convenzionate (soprattutto per la riabilitazione) hanno raccolto il restante 52,2%. Problemi muscolo-scheletrici rappresentano una consistente fetta dei ricoveri (1.337), seguito dai problemi cardiocircolatori (597) e del sistema nervoso (372). Diverso il caso delle prestazioni ambulatoriali che sono state erogate a pazienti provenienti da fuori provincia per il 60% del valore complessivo in strutture dell'Azienda sanitaria. Per quanto riguarda l'attività erogata da Protonterapia sono stati imputati in mobilità 151 mila euro ai quali vanno aggiunti 2,3 milioni di euro addebitati con fatturazione diretta.
La mobilità internazionale rappresenta un capitolo a parte. Dal 1995 al 2016 (ultimo anno disponibile) il saldo di mobilità internazionale per la nostra Provincia è sempre stato attivo ed è passato da 199.301 euro a 3.862.416. I pazienti stranieri ricoverati in Trentino arrivano soprattutto da Germania, Polonia, Inghilterra e Austria. 
Secondo l'analisi effettuata dagli uffici dell'Azienda sanitaria nel 2016 si è registrato un lieve aumento della mobilità attiva (+3%) a fronte di un calo significativo della mobilità passiva (-22%), con il conseguente incremento del 14% del saldo (positivo) di mobilità internazionale. All'aumento della mobilità attiva corrisponde il progressivo incremento degli arrivi in Provincia di cittadini provenienti da Paesi dell'Unione Europea (+6%).

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